In Italia il diritto all’aborto è regolamentato dalla legge 194 del 22 maggio 1978, ma non viene sempre tutelato e rispettato
Nel pomeriggio di lunedì l’Assemblea Nazionale, la camera bassa del parlamento francese e il Senato in congresso a Versailles, hanno approvato in una sessione comune la proposta di legge che inserisce nella Costituzione la libertà per le donne di abortire. La Francia così diventa il primo Paese che ha deciso di cambiare la propria Costituzione per inserire un riferimento specifico all’interruzione della gravidanza. “In un momento in cui i diritti della donna sono minacciati in tutto il mondo“, ha affermato il premier francese Gabriel Attal. “La Francia si alza e si pone all’avanguardia del progresso“. Già un anno fa Macron si era impegnato affinché questa misura venisse approvata. La maggioranza dei membri del parlamento eccezionalmente riuniti in congresso a Versailles si è raggiunta con 780 voti a favore (72 contro).
Sulla Torre Eiffel: “Il mio corpo, la mia scelta“
Sulla Torre Eiffel è apparsa la scritta “Mon corps, mon choix“, “Il mio corpo, la mia scelta” e le donne francesi si sono radunate per celebrare l’importante svolta che ha portato all’inserimento del diritto all’interruzione di gravidanza nella Costituzione. “Fierezza francese, messaggio universale“, ha scritto il presidente Emmanuel Macron su X facendo sapere che l’8 marzo in Place Vendome a Parigi si celebrerà “insieme l’ingresso di una nuova libertà garantita nella costituzione con la prima cerimonia di sigillatura aperta al pubblico“, dinanzi al ministero della Giustizia. Con questa modifica costituzionale, ha proseguito il premier, la Francia sarà “pioniera, fedele alla sua eredità di Paese faro dell’umanità” e “patria dei diritti dell’uomo e anche e soprattutto dei diritti della donna“.
“Mi sono impegnato a rendere irreversibile la libertà delle donne di ricorrere all’Interruzione volontaria di gravidanza iscrivendola nella Costituzione. Dopo l’Assemblea Nazionale, il Senato compie un passo decisivo di cui mi felicito”, ha scritto il presidente Emmanuel Macron. Il 4 marzo saranno necessari almeno 3 quinti dei voti del parlamento riunito in Congresso per la definitiva adozione della riforma costituzionale. Nell’articolo 34 la frase: “La legge determina le condizioni in cui si esercita la libertà garantita alla donna di far ricorso ad un’interruzione volontaria della gravidanza“.
Dopo il via libera della nuova proposta di legge non sono mancate le critiche. La conferenza episcopale di Francia (CEF) il 29 febbraio aveva ribadito che: “L’aborto, che rimane un attentato alla vita fin dall’inizio, non può essere visto esclusivamente nella prospettiva dei diritti delle donne. Si rammarica che il dibattito avviato non abbia menzionato le misure di sostegno per coloro che vorrebbero tenere il proprio figlio“. In una nota condivisa dai vescovi francesi si legge: “Il nostro Paese – secondo l’organismo guidato da Monsignor Eric de Moulins Beaufort – si onorerebbe iscrivendo piuttosto la promozione dei diritti delle donne e dei bambini. Di tutti i Paesi europei, la Francia è l’unico dove il numero di aborti non cala ed è anche cresciuto negli ultimi due anni. Preghiamo soprattutto affinché i nostri concittadini ritrovino il gusto della vita, di darla, di riceverla, di accompagnarla, di avere e di allevare dei bambini”.
Diritto all’aborto: la situazione in Italia
In Italia il diritto all’aborto è regolamentato dalla legge 194 del 22 maggio 1978, ma non viene sempre tutelato e rispettato. Questo consente alla donna, nei casi previsti, di poter ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza in una struttura pubblica. “Lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio“, si legge. “Per l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi novanta giorni, la donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito“.
Tuttavia esistono molte barriere, il primo grande ostacolo è rappresentato dai medici (ginecologi e anestesisti) che decidono di essere obiettori di coscienza e quindi di rifiutarsi di praticare IVG. Secondo il Ministero della Salute nel 2021 in Italia sono stati il 63,6% nel caso dei ginecologi (valore in diminuzione rispetto al 64,6% del 2020), il 40,5% degli anestesisti e il 32,8% del personale non medico. La donna potrebbe incontrare degli ostacoli come l’obbligo di fare counseling e di attraversare un periodo di attesa. Queste pratiche ostacolano il diritto decisionale delle donne e rallentano le procedure.
La Pontificia Accademia per la Vita: “Non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana“
La Pontificia Accademia per la Vita ha affermato che “proprio nell’epoca dei diritti umani universali, non può esserci un diritto a sopprimere una vita umana“. “Lo chiamano ‘diritto delle donne’ ma invece è il diritto dello Stato di abbandonare le donne indicando i loro figli come problemi da eliminare, invece che impegnarsi a sostenere per superare insieme le difficoltà di una gravidanza inaspettata o difficile e questo in alcuni casi autorizza gli uomini a sentirsi deresponsabilizzati grazie all’aborto”, commentano i Pro Vita dopo la decisione della Francia. “Quello che sta accadendo in Francia è un attacco ideologico contro le donne e i loro figli, perché le donne abortiscono quando pensano di non poter fare altrimenti”.
Per la Chiesa cattolica: “la difesa della vita non è un’ideologia, è una realtà, una realtà umana che coinvolge tutti i cristiani, proprio perché cristiani e perché umani. Si tratta di agire sul piano culturale ed educativo per trasmettere alle generazioni future l’attitudine alla solidarietà, alla cura, all’accoglienza, ben sapendo che la cultura della vita non è patrimonio esclusivo dei cristiani, ma appartiene a tutti coloro che, adoperandosi per la costruzione di relazioni fraterne, riconoscono il valore proprio di ogni persona, anche quando è fragile e sofferente” (Papa Francesco, Udienza Generale 25 marzo 2020).
Mathilde Panot, capogruppo di La France Insoumise e tra le principali promotrici della modifica costituzionale, ha dichiarato che “la nuova norma è una promessa per le donne che lottano ovunque nel mondo”, riferendosi alle politiche di altri paesi che invece rendono più complicato l’accesso all’IVG. Laurence Rossignol, senatrice socialista, parlando delle politiche anti-abortiste ha citato: “Trump, Bolsonaro, Orban, Milei, Putin, Giorgia Meloni, senza dimenticare i mullah e i dittatori teocratici”.