Da un lato ci sono forze politiche, spesso di freschissima costituzione (come i transfughi da M5s e Forza Italia) che fanno appelli all’unità nazionale per istituire un governo in continuità con la linea di Mario Draghi. Dall’altro, però, il fatidico “campo largo” di cui si parlava da oltre un anno e mezzo si è di fatto disciolto. Tra il Pd e lo stesso M5s è infatti gelo assoluto, come certificato dalle dichiarazioni dei rispettivi protagonisti nelle scorse ore.
Letta e la chiusura definitiva del Pd al M5s
“Credo che quello che si è compiuto sia stato un suicidio collettivo della politica italiana“. Queste le parole di Enrico Letta a ‘Mezz’ora in più’, su Rai 3, a proposito della fine del governo Draghi. E il segretario del Pd ha sbarrato la porta al M5s: “La rottura in queste elezioni è irreversibile. Lo abbiamo detto, lo avevo detto prima. Avevo detto a Conte se prendete una decisione di questo tipo, questa sarà la conseguenza e siamo lineari con questa scelta“.
“Questa è un vicenda non solo italiana, ma europea, pesante – ha aggiunto Letta –. Credo che le nostre istituzioni, la nostra politica, escano molto ammaccate“. E ancora una volta allo strappo del M5s, con conseguente caduta del governo, il segretario del Pd lega gli sviluppi della guerra in Ucraina. “Non ho dubbi che all’ambasciata russa si sia festeggiato a caviale e che Putin abbia avuto la più grande soddisfazione dopo la fine di Johnson a Londra“, ha spiegato infatti.
Conte all’attacco, la proposta di Brunetta per il nuovo Governo
Una risposta piuttosto diretta al Partito democratico e al suo segretario arriva direttamente da Giuseppe Conte. “Il Pd è arrogante. I progressisti siamo noi“, ha infatti tuonato l’ex presidente del Consiglio dalle colonne de ‘La Stampa’. A suo giudizio, inoltre, le letture del centrosinistra sulla caduta del governo sono all’insegna dell’ipocrisia. “Si prova a scaricare la colpa sul M5s, che ha solo chiesto di risolvere alcune criticità. Ed è un’infamia dire che ha tradito“, è il suo duro attacco.
Critico per lo strappo a Mario Draghi, ma stavolta per quanto riguarda le forze di centrodestra, è invece Renato Brunetta. Anche l’ex ministro ed ex esponente di Forza Italia ne ha parlato a ‘Mezz’ora in più’. “È stato un atto di irresponsabilità motivato da un opportunismo temporalistico. Nulla abbiamo saputo, una decisione presa alle nostre spalle. Salvini vedeva deteriorare il suo consenso mese dopo mese, Forza Italia non si espandeva, Meloni cresceva. Hanno preferito non pagare il costo del governo, ma farlo pagare agli italiani. Ora serve un’Unione Repubblicana che salvi il Paese, per tutti quelli che hanno sostenuto l’agenda Draghi“, è la sua ricetta. Il problema sarà serrare i ranghi.