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“Oggi è stata una giornata difficile, la situazione non è recuperabile“. Questo era stato il commento del ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, dopo aver lasciato il Senato mercoledì sera. Si tratta di uno degli esponenti del M5s che non aveva intenzione di concludere l’esperienza del Governo Draghi. Nel corso delle ore, comunque, sono arrivati diversi commenti dai partiti che hanno operato lo strappo, inclusi quelli di Lega e Forza Italia.
Forza Italia, le fibrillazioni dopo l’addio al Governo
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“Noi siamo stati responsabili, e la nostra scelta è stata fatta per il Paese. Non siamo noi ad aver voluto la caduta di Draghi. Basta leggere i giornali di oggi, dove si può capire che a volerlo sono stati Letta, Leu e Conte che si sono messi d’accordo per un appoggio esterno. Quindi andate al Nazareno e troverete la risposta“. Così il sottosegretario della Difesa uscente, Giorgio Mulè, intercettato fuori Montecitorio prima dell’assemblea di Forza Italia tenuta alla Camera.
Mulè la pensa diversamente da un’altra esponente del Governo Draghi appartenente al suo stesso partito: Mariastella Gelmini. “Spaccatura in Forza Italia per una persona? È da un anno e mezzo che scalcia, magari con più coerenza poteva farlo prima“, ha concluso Mulè, commentando l’uscita della ministra Gelmini da Forza Italia.
Lega: Salvini tace, Centinaio quasi
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Silenzio assoluto, invece, da parte di Matteo Salvini. Il leader della Lega ha lasciato senza dichiarazioni il Senato, dopo che il suo partito non ha partecipato al voto di fiducia al Governo Draghi. Alla domanda dei cronisti se si trattasse di un “Papeete bis“, Salvini non ha risposto. Una donna nella folla davanti palazzo Madama ha urlato: “Vergogna!“.
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Altri esponenti del Carroccio hanno invece commentato i fatti del giorno, ma con dichiarazioni piuttosto stringate. “Il Governo Draghi è finito? Vedremo domani (oggi, ndr) alla Camera. Il Movimento 5 stelle è l’unico responsabile di questa crisi“, ha per esempio commentato il senatore della Lega Gianmarco Centinaio.
Gongola Calderoli: “Cdx rinato, campo largo è ora un camposanto”
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C’è invece chi si è soffermato molto più a lungo con la stampa, e si tratta degli esponenti che meno volentieri avevano garantito la fiducia a Draghi negli ultimi mesi. “Non c’è mai stato un Governo così poco votato. Settimana scorsa 172 (voti, ndr), questa settimana 95. Settimana prossima, 46?“. Queste le parole ironiche usate dal senatore leghista Roberto Calderoli.
“Io sono felice da una parte che il campo largo sia diventato un camposanto. Dalla nostra parte, con la mia risoluzione poi riformulata, abbiamo avuto l’adesione di tutto il centrodestra di Governo. Abbiamo mantenuto un canale aperto con Fratelli d’Italia. Quindi hanno distrutto la coalizione di centrosinistra e ricreato quella di centrodestra. Un bel risultato“, ha concluso un Calderoli già proteso verso il voto. Ricordiamoci peraltro che proprio lui fu l’autore del “Porcellum”, la legge elettorale da tutti criticata.
M5s: sul Governo opinioni contrastanti (e qualcuno forse se ne va)
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“Mario Draghi ha deciso di strappare, questa legislatura non può andare avanti. Siamo assolutamente pronti ad andare al voto“, ha confermato Andrea Crippa, vicesegretario della Lega che ha a propria volta ufficializzato la fine del Governo.
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“L’altro” Crippa, il capogruppo M5S Davide Crippa, rappresenta invece una voce amara e in parte critica. “Se lascio il Movimento 5 stelle? Bisogna attendere nelle prossime ore, il discorso del Presidente Draghi ha chiuso tante porte all’ascolto“, ha osservato.
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Nel M5s ci sono però altre figure molto note che esprimono anche sollievo per la fine del Governo. Oltre che critiche al premier dimissionario. “È stato un errore madornale quello di Mario Draghi di dimettersi con la maggioranza del 70%. Quel decreto conteneva porcherie, non eravamo contro la fiducia“, è stata l’analisi del senatore Danilo Toninelli. “Da ora il Movimento 5 stelle ci può solo guadagnare, peggio di così non può andare più“.