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Tra chi ha voluto commentare il mancato voto del M5s sul Dl Aiuti ci sono anche esponenti del partito in questione. Che ribadisce, peraltro, di non volersi sfilare dalla maggioranza di governo. “Rottura? No, non c’è nessuna rottura, per adesso, ma una richiesta responsabile a Draghi. Abbiamo fatto un gesto politico forte“. Così il senatore pentastellato, Alberto Airola, uscendo da Palazzo Madama. “Il Pd dice che siamo stati irresponsabili? Le nostre richieste sono rivolte anche a loro. Draghi e gli altri partiti non accettano i nostri punti, questo è da irresponsabili verso i cittadini – ha continuato –. Renzi chiede le dimissioni dei ministri? Di lui non me ne frega niente“.
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Le reazioni, tuttavia, non sono mancate. E mettono insieme buona parte del resto della maggioranza. “Questa mattina come Forza Italia abbiamo avuto una riunione con il presidente Berlusconi e abbiamo detto che ci sono i numeri per continuare a governare questo Paese fino alle elezioni, ma non dipende da noi. È da irresponsabili far cadere il governo in questo momento. Abbiamo visto che solo l’annuncio del non voto di fiducia ha fatto fare una brutta fine alla Borsa di Milano e il prezzo lo pagano gli italiani. Per il termovalorizzatore di Roma mandiamo in rovina il Paese? Non ha senso. In Europa sono tutti increduli. Per Forza Italia non ci sono altri presidenti del Consiglio a parte Draghi per questa legislatura“. Lo ha dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, all’esterno del Senato.
Non solo Governo, Pd chiaro: “Campo largo? Quadro pregiudicato”
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Lo strappo, peraltro, potrebbe avere effetti non solo sul governo, ma anche sull’intero centrosinistra. “Campo largo? Il gesto irresponsabile del M5s pregiudica un quadro. Il confronto sui programmi deve continuare senza escludere nessuno, ma vedo molto complicato quello schema. Voto o Draghi bis? Oggi la parola passa al presidente Draghi e al presidente Mattarella. Qualunque ipotesi è campata in aria“. Lo ha dichiarato Andrea Marcucci (Partito Democratico) all’esterno del Senato.
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“Il futuro del governo non lo so. C’è tanta amarezza per quello che è avvenuto oggi, dalle parole che ho ascoltato all’atteggiamento di non fiducia di fronte ai problemi del Paese. Io non lo so cosa succederà, sicuramente c’è stato uno strappo che colpirà l’Italia“. Così l’ex ministro e senatrice dem, Valeria Fedeli, uscendo da Palazzo Madama. “Campo largo? Letta è stato chiaro: davanti ad uno strappo, non rimarremo indifferenti. Ci saranno conseguenze“, ha concluso.
M5s nel mirino della maggioranza: “Distrutta unità nazionale”
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“Ora vedremo se Mattarella decide di parlamentarizzare la crisi, ma la strada è segnata. Il governo nasce con l’unità nazionale, se viene meno questo, grazie al M5s, altre maggioranze non ci sono. La strada delle elezioni è quella più semplice, si può votare la prima settimana di ottobre“. Così il leader di Noi con l’Italia, Maurizio Lupi, fuori Palazzo Madama dopo il voto sulla fiducia al Dl Aiuti. “Per noi la cosa più importante è che Draghi possa governare seguendo il programma che abbiamo imposto. In politica si può cambiare idea, l’importante è che il presidente del Consiglio possa governare con questa maggioranza. Altrimenti votazioni“, ha concluso.
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“La vanità di un capo politico, che ha fatto il presidente del Consiglio, ha rotto un governo di unità nazionale“. Così infine il deputato di Italia Viva, Gennaro Migliore, entrando a Palazzo Madama dopo la fiducia al dl Aiuti. “Noi non ci possiamo sostituire a Mattarella e a Draghi. Abbiamo fatto un appello con Renzi, invitandolo a pensare al Paese e non ad una forza oramai al capolinea“, ha concluso.