Il nuovo governo formato dalla premier Giorgia Meloni è prettamente politico e composto soprattutto da uomini e donne provenienti da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. Tuttavia, alla guida di cinque ministeri ci sono dei “ministri tecnici” esterni alla coalizione di centrodestra. Sono stati scelti per rappresentare alcuni dei dicasteri più importanti del governo, tra cui quello della Salute e dell’Interno. Anche se non militano in nessun partito, in passato hanno avuto più di un contatto con il mondo della politica.
Ministri tecnici, chi sono Piantedosi e Schillaci?
È il caso, per esempio, del prefetto di Roma Matteo Piantedosi, capo di gabinetto di Salvini durante il governo Conte I e attuale ministro dell’Interno. Il leder della Lega si è affidato più volte a lui durante la sua permanenza al Viminale e i due hanno collaborato alla realizzazione dei discussi “decreti sicurezza”. I suoi primi incarichi istituzionali risalgono al 2009, quando è stato scelto dal ministero dell’Interno per dirigere l’Ufficio relazioni parlamentari. In seguito è diventato capo di gabinetto del capo dipartimento per le politiche del personale dell’amministrazione civile e per le risorse strumentali e finanziarie. Nel 2012 ha ricevuto l’incarico di vice capo di gabinetto al Viminale. Nel corso del governo Monti è anche diventato vice capo di gabinetto vicario e vice direttore generale della pubblica sicurezza per l’attività di coordinamento e pianificazione delle forze di polizia.
Orazio Schillaci, il nuovo ministro della Salute, è rettore dell’Università Tor Vergata e docente ordinario di Medicina nucleare. Pur non avendo esperienze dirette in politica, ha più volte fatto parte di commissioni sanitarie alla Regione Lazio e al ministero della Salute. Nel 2020, nel pieno dell’emergenza Covid, era uno dei componenti del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità. A differenza di altri esperti del mondo della medicina, non si è mai lasciato andare a dichiarazioni pubbliche sulla pandemia di coronavirus Sars-CoV-2.
Gennaro Sangiuliano, il nuovo ministro della Cultura
Pur non facendo parte di nessun partito, Gennaro Sangiuliano, direttore del TG2 dal 2018, ha sempre avuto un rapporto stretto con la destra, soprattutto considerando che da giovane faceva parte del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano (MSI). Ha svolto anche il ruolo di consigliere circoscrizionale del MSI-Destra Nazionale nel quartiere Soccavo di Napoli. Negli ultimi anni ha rinsaldato il proprio legame con Fratelli d’Italia. È noto per aver scritto le biografie di numerosi protagonisti del mondo della politica, tra cui Vladimir Putin, Hillary Clinton, Donald Trump, Xi Jinping e Ronald Reagan. Nel corso degli anni non sono mancate alcune polemiche per l’orientamento politico che ha dato al TG2.
I ministri tecnici Marina Elvira Calderone e Andrea Abodi
L’unico “tecnico” donna è Marina Elvira Calderone, la nuova ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Non si tratta di un volto nuovo in politica, perché nel corso del primo governo Conte era stata indicata come potenziale nuova presidente dell’INPS (ruolo poi andato a Pasquale Tridico). In precedenza, durante il governo di Matteo Renzi, Calderone era stata nominata presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda Leonardo. Pur essendo vicina alla destra, in alcune occasioni ha espresso delle posizioni contrarie a quelle della nuova premier. Per esempio, ha elogiato il reddito di cittadinanza, sottolineando però la necessità di affiancarlo a maggiori opportunità per i lavoratori. Sul salario minimo, invece, condivide la linea di pensiero di FdI.
Infine, Andrea Abodi è il nuovo ministro allo Sport e alle Politiche Giovanili. È noto soprattutto per essere il presidente dell’Istituto per il Credito Sportivo, una banca pubblica che finanzia la maggior parte degli impianti sportivi esistenti in Italia. Come altri ministri del governo Meloni, in passato è stato vicino all’MSI, per poi spostarsi verso Alleanza Nazionale e, infine, Fratelli d’Italia. Un aneddoto interessante è che nel 2021 Meloni lo avrebbe voluto candidare come sindaco di Roma, anche se alla fine la scelta ricadde su Enrico Michetti. È opportuno segnalare anche i buoni rapporti che intercorrono tra lui e Giovanni Malagò, il presidente del Coni.