Il governo di Mario Draghi è partito, e dopo il giuramento e il primo consiglio dei Ministri è già il momento di mettersi al lavoro. Se il prossimo grande passo sarà il voto di fiducia di mercoledì in Senato, però, ora ci si concentra già sugli interventi da fare. E i dossier sul tavolo del premier non mancano.
Governo Draghi: le due prime priorità
Due, inevitabilmente, le priorità. Le stesse che avevano salutato l’ultima esperienza di Giuseppe Conte a Palazzo Chigi: economia e sanità. Quest’ultima in particolare vedrà il piano vaccini subire un’importante accelerazione voluta dal nuovo governo. Il presidente Draghi dovrebbe adottare un modello simile a quello inglese, migliorando logistica, produzione e approvvigionamento. Per cercare di raggiungere un’immunità di gregge senza la quale sarà molto difficile rafforzare la ripartenza.
Anche per questo motivo sarà riconcepito il Recovery Plan, uno dei temi più caldi a scatenare la rottura tra Italia Viva e l’ex presidente Conte. Nel governo Draghi il piano di utilizzo dei fondi europei sarà riconvertito per iniettare più liquidi a favore della sanità. Ma soprattutto saranno agevolati gli investimenti e snellite le procedure. Diminuiranno considerevolmente i bonus, che hanno caratterizzato l’ultimo anno.
Come utilizzare il Recovery Plan
Draghi punta infatti a utilizzare i fondi europei solo per rimettere in moto la produzione. Non, per dirla in termini semplicistici, i consumi. Trattandosi infatti di un debito, che in ogni caso andrà restituito, il governo intende destinare tale tesoretto a fini produttivi, perché facendolo in maniera improduttiva (e con “regali”) rischierebbe di tramutarsi in un possibile boomerang più avanti.
Ecco il perché dell’importanza di creare posti di lavoro in maniera moderna e con uno slancio nuovo, dimostrato dalla centralità dell’innovazione tecnologica e della sostenibilità ambientale. Ecco perché turismo e cultura torneranno centrali tra le priorità del governo Draghi, che le ha individuate come due tra i cardini del sistema Italia. E questo vale ancora di più per quanto riguarda la ripartenza dei cantieri e l’emergenza della disoccupazione giovanile.
Draghi: urgenze, nodi e riforme monumentali
Il governo Draghi dovrà risolvere in fretta il problema del blocco dei licenziamenti, che scadrà a fine marzo e rischia di scatenare un’autentica slavina. Quindi ci si sposterà sui temi economici, con quel Recovery Plan da presentare all’Europa per poter accedere ai fondi. Ma ci sono anche i ristori, 32 miliardi in deficit già autorizzati dal Parlamento e che bisognerà decidere come distribuire. Quindi uno dei temi più caldi e potenzialmente divisivi all’interno della nuova maxi-maggioranza: le cartelle esattoriali che per un anno solo state sospese causa emergenza Coronavirus.
Queste le incombenze più urgenti, poi ci saranno le riforme più strutturate. Nell’agenda del presidente del Consiglio ce ne sono almeno tre: quella della pubblica amministrazione, quella del fisco, quella della giustizia civile. Come dire che il governo Draghi è appena nato, e il lavoro da fare a Palazzo Chigi è già monumentale.