“Il Dl semplificazioni è indispensabile, servirà a modernizzare il Paese e farlo tornare a correre”. Con queste parole il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è rivolto alla Camera dei Deputati durante il Question Time di mercoledì in cui si è discusso, fra le altre cose, proprio del piano di riforme economiche che il governo presenterà nei prossimi giorni.
“In queste ore ci stiamo confrontando in maniera costruttiva per trovare una soluzione – ha detto il premier -. Velocizzeremo l’iter delle opere pubbliche e rafforzeremo i presidi di legalità. Pensiamo inoltre a semplificare procedure affidando i contratti in modo più rapido. Introdurremo procedure negoziate anche senza bando, compatibilmente alla normativa europea. Si tratta di una deroga che sarà sottoposta a misure di trasparenza e controlli antimafia rafforzati”.
“Nel decreto – ha aggiunto Conte, rispondendo alle richieste specifiche di Italia Viva – sono state studiate e in parte accolte le proposte di Iv. Vogliamo superare la cosiddetta ‘paura della firma’ per i dipendenti pubblici, per accelerare la cantierizzazione delle opere ma anche la loro esecuzione“.
Conte ha inoltre parlato dei settori industriali in difficoltà, con particolare riferimento a quello siderurgico e alla crisi dell’ex Ilva: “È un settore che costuisce un elemento strategico e l’obiettivo del governo è un piano che soddisfi il bisogno di acciaio nel rispetto delle regole Ue – ha affermato -. La trattativa con Acelor Mittal sull’ex Ilva sta proseguendo. In queste ore si lavorando alla nuova compagine societaria e si sta valutando anche l’intervento pubblico perché riteniamo che questo sia la garanzia migliore”.
Il premier ha poi affrontato il tema della riforma fiscale: “Il governo sta lavorando a una riforma per aliquote nuove e semplici. L’obiettivo è quello di ridurre le tasse e far pagare tutti. Durante gli Stati generali abbiamo ipotizzato il taglio dell’Iva. Ma nessuna decisione è stata presa. Valutiamo anche interventi sul quadro della domanda. Potremmo concedere incentivi legati ai pagamenti digitali in linea con il piano cashless”.
Inevitabile la domanda, da parte dei deputati dell’opposizione, sul Mes, alla quale Conte ha risposto secco: “Non c’è alcuna connessione tra le linee di credito del Mes, relativo alle spese sanitarie, e le scelte generali di politica di bilancio relative alla spesa pubblica e la tassazione”.
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