Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha commemorato, giovedì mattina, le vittime delle foibe alla vigilia del Giorno del Ricordo. Si è inginocchiato e si è fatto il segno della croce davanti alla Foiba di Basovizza, sul carso triestino, mentre due carabinieri in alta uniforme reggevano una corona di fiori.
“Io faccio parte degli Italiani che hanno sempre conosciuto il dramma delle foibe e il doloro esodo dalla terre che erano italiani. Questo ricordo oggi appartiene credo a tutti gli italiani ed è un segno importante della nostra comunità nazionale che tende a una storia condivisa. Fintanto che la vicenda delle foibe e la vicenda dell’esodo non è appartenuta a tutta la comunità nazionale, credo che non si potesse parlare di una memoria condivisa. Oggi questo mi lascia sperare su un percorso che va completato ma che è già in corso“, ha dichiarato La Russa.
Foibe, La Russa: “L’odio dei titini fu contro gli italiani”
In queste foibe ci “sono vittime innocenti“, uccise “per motivi di ideologia o più semplicemente perché erano italiani – ha aggiunto il Presidente del Senato -. Questa è la vera causa che scatenò l’odio titino, l’odio dei comunisti che avevano, per carità, vinto la guerra; avevano motivi di revanscismo e scatenarono qui un odio bestiale che giustamente oggi viene ricordato per quello che fu non solo da noi, ma anche dai Paesi che oggi sono vicini all’Italia. Ricordano come qualcosa che non deve mai più ripetersi” quell’odio “che c’è stato tra i popoli e l’odio che c’è stato nei confronti degli italiani“.
“Oggi amicizia con Paesi che furono nemici”
“Oggi l’Italia, la Croazia, sia il Presidente Mattarella che il presidente croato, sia i nostri popoli amici, hanno ben chiaro ciò che significarono le foibe e l’esodo dalla Dalmazia, da Fiume. Questo è un segno di crescita, di amicizia rinnovata tra noi e la Croazia e i popoli che un giorno erano nemici“, ha poi sottolineato il Presidente del Senato Ignazio La Russa, al termine della visita lampo alla Foiba di Basovizza, monumento nazionale.
Rispondendo alla domanda se sarà tolta l’onorificenza conferita all’allora presidente della Yugoslavia, Josip Tito dall’Italia, La Russa ha risposto: “Non dipende da me, altrimenti lo avrei già fatto“.