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“Credo non si possa escludere qualche rallentamento nella velocità della ripresa. Quello che credo si può escludere è che le nostre economie subiscano da queste nuove restrizioni conseguenze altrettanto gravi di quelle che hanno subìto con i precedenti lockdown. L’esistenza dei vaccini ci garantisce innanzitutto la nostra salute, ma ci garantisce anche che le conseguenze economiche saranno molto più limitate e che la ripresa magari rallenta un po’, ma certamente prosegue”. Lo ha dichiarato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni.
Entro Natale l’accordo per la prima rata del Recovery Fund
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Parlando della prima richiesta di esborso nell’ambito del Next Generation Eu da parte dell’Italia, l’eurocommissario all’Economia ha detto: “La base giuridica è questo accordo operativo tra la Commissione europea e il Governo italiano che io firmerò prima di Natale, quindi abbastanza presto. Su questa base il Governo, quando lo riterrà, può avanzare la prima richiesta di rimborso dopo l’anticipo. I tempi per verificare questa richiesta sono fino a un massimo di tre mesi; potrebbero essere anche leggermente più breve di tre mesi. Comunque io penso che siamo nella buona direzione: il dialogo tra i servizi della Commissione e le autorità italiane sta andando nella buona direzione e il fatto che firmiamo questi accordi operativi lo conferma”. Sulla partita per il Quirinale, invece, ha detto: “Per principio non entriamo nelle dinamiche politiche interne, tanto meno può farlo per l’Italia un commissario italiano. Guardiamo con fiducia e rispetto alla discussione italiana”.
Ue, Gentiloni: “C’è bisogno di più giustizia fiscale”
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Gentiloni è infine intervenuto dopo la presentazione delle proposte contro le società di comodo e per l’applicazione della tassa minima alle multinazionali. “C’è bisogno di più giustizia fiscale, soprattutto in un momento come questo in cui tutti in Europa dobbiamo proteggere i cittadini e le nostre economie. Le decisioni di oggi da un lato introducono a livello europeo questa tassazione minima delle grandi imprese del 15%“. La quale “ridurrà la guerra al ribasso che c’è stata in Europa in questi anni e renderà più difficile l’accesso ai paradisi fiscali. La seconda decisione è quella di mettere sotto pressione le società di comodo stabilendo una serie di filtri per verificare se queste società hanno un’attività reale oppure sono soltanto un veicolo per l’evasione fiscale e per l’elusione del fisco”.