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L’Italia “dovrà reagire con l’orgoglio di un Paese che, pur essendo stato colpito prima e più degli altri, ha reagito complessivamente molto bene a questa crisi. Un Paese che ha preso le decisioni giuste, seguito poi da altri Paesi. In questo modo abbiamo dimostrato anche uno spirito di coesione e di collaborazione nazionale notevole“. Queste le parole di Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia, che da Bruxelles inquadra la situazione dell’Italia e dell’intera Unione commentando le previsioni economiche d’estate della Commissione europea.
L’Italia e la crisi secondo Gentiloni
“C’è poi la necessità di reagire con il sentimento di urgenza di dare una risposta. Una risposta a questa che, in Italia come in Spagna e come in Francia, si sta dimostrando una crisi più grave che negli altri Paesi europei“, aggiunge Gentiloni. Che sul decreto semplificazioni dice: “Noi i decreti li valutiamo quando arrivano. Penso che non sia arrivato neanche al Parlamento italiano. Ma certamente l’obiettivo di cui ha parlato il governo in queste settimane è uno degli obiettivi importanti di riforma anche per l’Unione europea“.
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C’è però ancora molto da fare, specie in Italia. “Il peggio è passato senz’altro da un punto di vista della pandemia. È passato senz’altro da un punto di vista delle cifre del Prodotto interno lordo, che hanno avuto ovviamente una caduta enorme nel primo e nel secondo trimestre di quest’anno e che si riprenderanno nei prossimi. Ma certamente il peggio non è archiviato sui rischi e le conseguenze soprattutto sociali di questa crisi. Perché noi abbiamo degli strumenti in Europa e in Italia di protezione in caso di crisi, per esempio la cassa integrazione o schemi simili in altri Paesi, che non sono degli strumenti eterni“, spiega Gentiloni.
Gentiloni: soddisfatto, ma non basta
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Rispetto alla situazione complessiva che si respirava in Europa fino a qualche mese fa, tuttavia, Gentiloni si ritiene soddisfatto del dibattito comunitario: “Guardiamo questa cosa un po’ in prospettiva. Cioè, pensiamo a come era la discussione europea 5 o 6 mesi fa. Se lo facciamo, noteremo che di passi avanti nella consapevolezza tra tutti i Paesi membri, anche quelli più riluttanti a una iniziativa comune, ce ne sono stati. Non saremmo qui a discutere di questo piano da 750 miliardi di euro della Commissione europea se non ci fossero stati questi passi avanti“.
C’è però l’urgenza a passare dalle intenzioni, per quanto lodevoli, ai fatti. “Non bastano e non si può immaginare di risolvere il problema rinviandolo a dopo la pausa estiva. Non c’è una pausa estiva per le nostre economie. Non c’è una pausa estiva per le nostre comunità. C’è una risposta urgente da dare, e i dati che abbiamo presentato questa mattina confermano questa urgenza“, rileva Gentiloni, rispondendo a una domanda sui paesi frugali e il rinvio di un accordo sulla ripresa a dopo l’estate.
“Adottare il Recovery Plan, è la risposta”
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Intanto in Commissione europea si lavora in funzione di quello che sarà il futuro del Vecchio Continente. E Gentiloni ribadisce che le prospettive per rialzare la testa ci sono, anche se occorre lavorare con grande attenzione. “Le previsioni ci dicono che c’è ancora una grande incertezza nell’economia europea – sottolinea –. Questa deriva dal fatto che i lockdown sono stati abbandonati, le economie stanno riaprendo, ma ancora è un processo molto graduale. C’è bisogno di fiducia, di iniziativa e soprattutto di un grande progetto comune europeo. Perché quello che emerge da queste previsioni è che certamente la crisi ha colpito tutti i Paesi europei, ma non allo stesso modo. Quindi le conseguenze economiche non saranno uguali per tutti i Paesi europei“.
“Se quindi vogliamo evitare che aumentino le differenze nella famiglia europea, dobbiamo varare al più presto questo Recovery Plan proposto dalla Commissione. Il piano è la risposta. Non solo alle difficoltà delle economie europee, ma anche al fatto che queste difficoltà non sono le stesse per tutti i Paesi. Sono diverse tra Paese e Paese“, conclude Gentiloni.