Il Summit del G20 a Napoli sul clima e sull’energia si terrà da martedì 20 a venerdì 23 luglio. Nel capoluogo campano arriveranno i ministri dell’Ambiente dei 19 Paesi aderenti, tra i quali anche Usa, Russia e Cina, e dell’Unione Europea. Per quattro giorni Napoli ospiterà una serie di incontri istituzionali per discutere delle politiche ambientali per i cambiamenti climatici e per rilanciare l’economia dopo la pandemia da Coronavirus. L’obiettivo è quella di assicurare una forte ripresa economica che sia al contempo inclusiva e sostenibile.
Si tratta di temi sempre più di attualità che suscitano ampio dibattito nel mondo, come dimostra il movimento dei giovani guidati da Greta Thunberg. La location scelta per il vertice del G20 di Napoli è il Palazzo Reale di piazza del Plebiscito. Il vertice vero e proprio tra i ministri si terrà il 22 e 23 luglio e sarà presieduto dal Ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
Il caldo record in Canada e le alluvioni in Germania: il G20 di Napoli dovrà fare i conti con la realtà
Proprio nelle ultimissime settimane sono stati due gli eventi che hanno infiammato il dibattito sul cambiamento climatico: i 48°C raggiunti vicino a Vancouver, in Canada, e le pesanti alluvioni che hanno devastato la zona occidentale della Germania. Fatti che non potranno minimamente essere trascurati dal G20 di Napoli. Il caldo record nel Nord America ha portato Intergovernmental Panel on Climate Change (Ipcc) a comunicare il fatto che “le soglie di pericolo sono più vicine di quanto si pensasse e le terribili conseguenze derivanti da decenni di inquinamento sfrenato da carbonio sono inevitabili nel breve termine”. Amarissima la conclusione: “Il peggio deve ancora venire, incidendo sulla vita dei nostri figli e dei nostri nipoti molto più della nostra”.
Gli effetti del disastro che si è consumato in Renania-Palatinato e Nordreno-Vestfalia sono ancora tutti da calcolare. Oltre agli evidenti danni fisici della popolazione colpita da una catastrofe senza precedenti, prima o poi arriveranno anche i risvolti politici. A due mesi dalle elezioni federali, la campagna elettorale si farà sempre più dura anche (e forse soprattutto) su questi temi. In un recente sondaggio è stato chiesto ai tedeschi: “Sei preoccupato per l’aumento di condizioni meteorologiche estreme come caldo, siccità, forti piogge o inondazioni in Germania?”. Il totale delle risposte “sì” o “abbastanza” sono del 73%. Chi si ritiene adeguatamente protetto sul fronte ambientale è solo il 14% dei tedeschi. Ma soprattutto, il 40% dei cittadini boccia le politiche del governo. E anche il 29% di chi ha votato Cdu non è d’accorso sull’operato del partito che sostiene.