Tassare i super ricchi è una priorità chiave per il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che quest’anno presiede il G20, composto dalle principali economie globali, dall’Unione Europea e dall’Unione Africana.
G20: divisione sulla tassa dei super ricchi e quest’anno siede al tavolo anche l’Africa
Yellen ha espresso il forte sostegno di Washington per una tassazione progressiva, sottolineando l’importanza di far sì che le persone molto ricche contribuiscano in modo equo. Ha menzionato le proposte politiche del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, come la tassa sui miliardari, descrivendola come “un’iniziativa molto valida”. Ha concluso dicendo che per la maggior parte dei paesi è sensato adottare un approccio di tassazione progressiva.
Il Brasile sta cercando di ottenere un accordo globale sulla tassazione dei più ricchi, un’iniziativa sostenuta da Francia, Spagna, Sudafrica, Colombia e Unione Africana: “Alcuni individui controllano più risorse di interi Paesi”, ha dichiarato ieri il presidente brasiliano Lula durante il lancio di un’iniziativa per combattere la fame nel mondo, un altro tema prioritario per il G20.
Il ministro delle Finanze brasiliano, Fernando Haddad, ha spiegato ai media locali che la tassazione dei miliardari potrebbe contribuire a finanziare la lotta contro la fame, ma ha sottolineato che “non sarà introdotta da un giorno all’altro, poiché si tratta di un meccanismo molto delicato”.
Secondo uno studio dell’ONG Oxfam pubblicato oggi, la disuguaglianza globale è aumentata negli ultimi anni. L’1% più ricco del mondo ha accumulato oltre 40.000 miliardi di dollari in un decennio, mentre la loro tassazione è rimasta a livelli storicamente bassi.
L’economista francese Gabriel Zucman, consulente del G20 in materia fiscale, ha stimato che l’aliquota fiscale per i miliardari rappresenta solo lo 0,3% della loro ricchezza. In un recente rapporto commissionato dal G20, Zucman ha suggerito di tassare i super ricchi con un’aliquota del due per cento del loro patrimonio.
I ministri discuteranno anche del finanziamento della transizione climatica e del debito, in quella che sarà l’ultima riunione prima del vertice del G20 previsto per il 18 e 19 novembre. Fondato nel 1999, il Gruppo dei 20 riunisce 19 delle maggiori economie mondiali, insieme all’Unione Europea e all’Unione Africana.
Originariamente focalizzato su questioni economiche globali, il G20 ha ampliato il suo raggio d’azione per includere altre sfide urgenti, anche se i membri non sempre concordano su quali temi debbano essere trattati.
La presidenza brasiliana ha dichiarato che alcuni membri ritengono che crisi come i conflitti in Ucraina e a Gaza “abbiano un impatto sull’economia globale e debbano essere affrontate dal G20”, mentre altri ritengono che il G20 non sia il forum appropriato per discutere di questi argomenti.
Le divisioni all’interno del G20, che include anche la Russia, hanno complicato la stesura di un comunicato congiunto al termine delle riunioni. L’ultimo incontro dei ministri delle Finanze a San Paolo non ha prodotto una dichiarazione congiunta. Il Brasile spera di rilasciare tre documenti dopo l’incontro, ha dichiarato Tatiana Rosito, alto funzionario del ministero dell’Economia brasiliano.
Oltre a un comunicato finale congiunto, i documenti includeranno un testo sulla “cooperazione internazionale in materia fiscale” e una dichiarazione separata del Brasile sulle crisi geopolitiche.
“Dalla mia esperienza con i precedenti G20, è probabile che le future riunioni ministeriali seguano questa strada di pubblicare dichiarazioni separate,” ha detto ai giornalisti il Commissario europeo per i partenariati internazionali Jutta Urpilainen. Tentare di concordare un testo unico “non ci permetterebbe di adottare nulla”.
Secondo Oxfam, una no-profit globale che combatte le disuguaglianze, la ricchezza dell’1% della popolazione più ricca del mondo è aumentata di 42 mila miliardi di dollari nell’ultimo decennio, grazie anche a una tassazione sui grandi redditi ai minimi storici. L’organizzazione ha lanciato un appello durante il G20 delle Finanze a Rio de Janeiro, sostenendo la proposta del Brasile di definire un nuovo standard globale per la tassazione dei super ricchi.
“L’incremento della ricchezza per l’1% più ricco del pianeta è stato 34 volte superiore rispetto a quello della metà più povera della popolazione mondiale,” osserva Oxfam nella sua analisi. L’organizzazione sottolinea inoltre che “negli ultimi 40 anni i miliardari a livello globale hanno pagato in media solo lo 0,5% del valore dei loro patrimoni in tasse ogni anno”.
Quest’anno inoltre l’Africa prende posto tra i potenti, non rimanendo più solo nel menu. L’ingresso dell’Unione Africana (UA) come membro permanente nel G20 è un segnale molto significativo per il continente e rappresenta una vittoria diplomatica per l’India, oltre a essere un tentativo di mitigare l’influenza dei BRICS.
I 55 stati africani, con un PIL complessivo di tremila miliardi di dollari, hanno già creato un’area di libero scambio continentale dal 2021, mirata a potenziare gli scambi intra-africani tra oltre 1,2 miliardi di persone.
Questo è un potenziale enorme che ora, sotto la guida dell’UA, deve essere sfruttato al massimo. Finora, l’Africa è stata menzionata solo nei menu dei vertici internazionali, ma una delle aspirazioni dell’Unione Africana, delineata nella sua agenda per il 2063, era di avere un ruolo di rilievo nelle relazioni internazionali. La presenza nel G20 è un passo concreto in questa direzione.
Inoltre, l’Africa ora ha l’opportunità di lavorare affinché il continente non sia più visto come un rischio per gli investimenti, ma come un’opportunità, in una posizione di parità e non di subordinazione.
Questo permetterà di sviluppare strategie, nel contesto di un mondo multipolare, utilizzando il dialogo Sud-Sud per fare in modo che le questioni relative al suo sviluppo diventino prioritarie nell’economia globale.