Fiesole, Crosetto: “Non so perché ci si divide ancora sulla memoria”

Il ministro della Difesa ha dichiarato che i tre carabinieri uccisi dai nazisti 80 anni fa “hanno insegnato e ci insegnano ancora adesso che si può servire la Patria anche con l’estremo sacrificio”

Stamattina a Fiesole sono stati ricordati i tre carabinieri che 80 anni fa furono uccisi dai nazisti per risparmiare la vita di 10 civili. Il ministro della Difesa Guido Crosetto e il Comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di Corpo di armata Teo Luzi hanno preso parte alle celebrazioni insieme alle altre istituzioni. “Non lo so perché ci si divide ancora sulla memoria. Io penso che ogni nazione abbia dei momenti necessari per la riunificazione. Per troppi secoli ci sono stati guelfi e ghibellini e deve cessare questa divisione. Necessità di unione in un mondo sempre più complesso”, ha dichiarato Crosetto.

Crosetto: “I Martiri di Fiesole sono un simbolo di eroismo”

I Martiri di Fiesole “hanno insegnato e ci insegnano ancora adesso che si può servire la Patria, si può servire il Paese, si può servire un ideale, anche con l’estremo sacrificio: quindi un simbolo da ricordare, perché nei momenti difficili noi abbiamo il dovere di ricordare anche gli atti di eroismo”, ha osservato Crosetto.  A chi gli chiedeva come mai in Italia fosse difficile riunirsi anche sotto un valore come quello della memoria, Crosetto ha risposto dicendosi convinto che “dopo troppi secoli la mentalità dei Guelfi e Ghibellini, per citarla in un luogo dove è nata, debba cessare”. “Abbiamo momenti di necessità – ha aggiunto -, e ne avremo sempre più in futuro in un mondo che diventa sempre più complesso e sempre più difficile, di trovare qualcosa su cui unirci, perché avremmo bisogno di essere uniti”, “per cui io auspico che cambi questo atteggiamento, per me non è mai esistito”.

Ucraina, Crosetto: “Armi sulla Russia? Non esiste una decisione collettiva”

Crosetto ha poi risposto a una domanda sulla possibilità di autorizzare l’Ucraina a usare le armi fornite dall’occidente sul territorio russo. “L’utilizzo che l’Ucraina fa delle armi che i Paesi le hanno donato, è disciplinato dai rapporti con i singoli Paesi. Non esiste una decisione collettiva. Ritengo assurdo commentare quello che faranno gli altri Paesi. L’Italia , come ha riconosciuto Zelensky, è stato uno dei Paesi che più ha contribuito contro questa folle aggressione”.

“Impasse su Fitto? Circola più sulla stampa italiana”

Il ministro della Difesa ha poi commentato il presunto impasse in Europa su Raffaele Fitto. “Non vedo nessun impasse su Fitto, vedo più impasse sulla stampa italiana che non a livello di Commissione Europea. Penso che Fitto sia benvoluto, sia ben conosciuto, ben accettato dalla presidente Von der Leyen, ma anche da molti colleghi. Ho visto poco tempo fa Thierry Breton che sarà commissario francese, mi ha detto ‘Sono orgoglioso e contento di lavorare con Raffaele’, che conosce da tempo, per cui secondo me ci saranno molti meno problemi di quelli che qualcuno auspica”.

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