Tra i temi più caldi del giorno successivo alla fiducia che il Senato ha votato al governo Draghi, sicuramente spicca la scollatura che sta caratterizzando il Movimento 5 Stelle. Dei 40 no al nuovo esecutivo, infatti, 15 provengono dal partito più rappresentato in Parlamento. E inevitabilmente i malumori non mancano.
Fiducia sì o no: il Movimento si divide
[scJWP IdVideo=”6YdcvAce-Waf8YzTy”]
“C’era uno spartiacque, era una scelta difficilissima da prendere. Io li capisco i ragazzi. Anche io ho votato No alla consultazione on line, ma poi devo rispettare il nostro strumento di decisione interna. Perché così accade in democrazia“. Così Danilo Toninelli sui senatori M5s che hanno votato no alla fiducia a Draghi. “Faremo non solo le sentinelle, ma quelli che proporranno il miglior impiego possibile di queste risorse“, ha dichiarato ancora l’ex ministro dei Trasporti.
[scJWP IdVideo=”DbUTJ6fV-Waf8YzTy”]
Arriva quindi la testimonianza diretta di uno dei “dissidenti”. “Mi faranno quello che vogliono. Io ritengo di aver fatto quello che sentivo di fare. È qualcosa che certamente non mi mette a mio agio, però ci sono delle situazioni in cui bisogna anche rimanere soli. Bisogna aver sempre il massimo rispetto delle posizioni di tutti quanti. Le basi della democrazia sono date dal rispetto reciproco“. Così Nicola Morra, senatore M5s, dopo aver votato no alla fiducia al governo Draghi.
M5s in ebollizione: anche il Pd è preoccupato
[scJWP IdVideo=”wCcE3Euz-Waf8YzTy”]
Una situazione in ebollizione, come hanno chiaramente capito anche gli alleati del Movimento 5 Stelle. A partire dal Pd, che però si concentra soprattutto sul discorso del neo presidente del Consiglio. “La situazione era sotto gli occhi di tutti, ci volevano autorevolezza e concretezza. Sembra che Draghi abbia interpretato correttamente il messaggio del presidente della Repubblica. Da qui in avanti, in questo clima di maggioranza molto larga, mi auguro unità per i problemi del Paese“, ha dichiarato Andrea Marcucci, capogruppo Pd al Senato, dopo il voto di fiducia al governo Draghi.
E il capitolo M5s? “È la forza politica che ha avuto un dibattito interno forte. Ci siamo confrontati per far fronte comune sul programma“, ha ricordato Marcucci. Che però ha anche sottolineato i possibili effetti di un voto di fiducia non univoco da parte dell’universo pentastellato. “Siamo preoccupati, perché può rendere il clima più instabile“, ha spiegato infatti.