Fase 2, Bonaccini: “Compromesso tra norme per riaperture”

“Bisognerà trovare un ragionevole compromesso tra le norme contenute nei protocolli concordati con i sindacati, le rappresentanze di categoria e quelle dell’Inail per evitare che al via libera per le riaperture si contrappongano regole che le rendano impossibili”. Con queste parole il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha commentato i prossimi passi da effettuare a livello regionale per consentire, nell’ambito della Fase 2, le riaperture di alcune attività ferme da oltre due mesi a causa della pandemia di coronavirus.

“C’è stato un fatto importante – ha affermato Bonaccini –, per la prima volta alle regioni verrà consentito non solo di restringere ciò che il governo decideva di allargare ma anche di avanzare candidature per riaprire, a partire da lunedì, attività oggi chiuse come bar, ristoranti e negozi. Chiaro che vada fatto sulla base di due criteri: andamento della curva epidemiologica e sicurezza di lavoratori e lavoratrici”.

Il dialogo tra Regioni, Inps e ministero del Lavoro

Oltre alla questione riaperture, Bonaccini ha affrontato anche il tema riguardante il dialogo fra le Regioni e il governo per accedere alle risorse a favore dei cittadini in difficoltà in maniera più rapida: “Stiamo lavorando per cercare una nuova soluzione tra Ministero del Lavoro e Regioni sul tema di una velocizzazione e una diversa organizzazione del trasferimento delle risorse verso i cittadini. Stiamo discutendo su una catena più corta che porti le aziende e le persone interessate direttamente all’Inps, saltando quasi le Regioni”.

“Io sono stato lontano dalle polemiche – ha aggiunto Bonaccini – ma conosco l’Emilia-Romagna, l’Inps non credo possa dare colpe alla Regione su come si sia mossa e sulla collaborazione. Il problema è trovare una linearità maggiore in termini di velocità e capacità di intervento, arrivando quindi ad una minore compartecipazione di più soggetti”.

La polemica sulle mascherine

Il presidente dell’Emilia-Romagna ha anche detto la sua nell’ambito della polemica sulla consegna delle mascherine. “In realtà la polemica non è tra Arcuri e le Regioni ma tra il Commissario e coloro che avrebbero dovuto distribuirle – ha specificato -. Io non so addentrarmi nella polemica ma posso dire che da quando Arcuri è arrivato il flusso è migliorato notevolmente. Noi abbiamo bisogno di mezzo milione di mascherine al giorno e in queste settimane sono regolarmente arrivate”.

“Tra quelle che siamo riusciti a produrre da soli, quelle che avevamo già trovato e quelle provenienti da Roma abbiamo distribuito qualcosa come 12 milioni di mascherine gratuite – ha poi spiegato -. In venti giorni daremo 10 milioni di mascherine ai comuni, da distribuire ancora gratuitamente. Naturalmente, se diciamo che sono obbligatorie come in Emilia-Romagna, mi auguro che i cittadini possano sapere dove andare ad acquistarle”.

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