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L’eurodeputata svedese, Abir al-Sahlani, che ha deciso di tagliarsi i capelli durante il proprio intervento in sessione Plenaria dell’Europarlamento per protestare contro il regime islamico in Iran, ha commentato i risultati delle elezioni politiche in Italia. “Perché le persone vogliono che le vecchie politiche tornino in tempi moderni? Perché vogliono un vecchio modo di guardare la gente, lo stato, il sistema e la politica? Rispetto il desiderio degli italiani e come hanno votato, ma un partito poco amichevole verso l’Unione europea non è la scelta migliore, né per gli italiani né per l’Ue“, le sue parole.
E ancora: “I democratici che hanno vinto le elezioni in Svezia, ossia l’estrema Destra, hanno sempre detto che Orban è il loro modello, e all’interno di questo Parlamento, giusto poche settimane fa, è stato detto che l’Ungheria non è più una democrazia funzionale. È questo ciò che vogliamo?“, ha proseguito.
“Se non siete felici di qualcosa, entrate in politica e cambiatela, ma non comprate quelle politiche di m…a facili da vendere che vi propongono, perché il Paese così non va avanti“, ha concluso Abir al-Sahlani.
Iran, l’eurodeputata svedese si taglia i capelli in aula: “Commissione codarda e vergognosa”
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Quindi, Abir al-Sahlani è tornata sul proprio gesto di protesta: “Il taglio dei capelli è una vecchia tradizione per la quale, quando le donne sono sopraffatte dalla rabbia o dal dolore, tagliano i capelli come manifestazione fisica della rabbia che hanno dentro. Io l’ho fatto per mostrare loro che hanno un’altra sorella qui in Europa, in piedi al loro fianco – ha spiegato -. Le donne iraniane sono perfettamente in grado di portare avanti questa rivoluzione anche da sole, ma hanno chiesto alla comunità internazionale di portare la loro voce più lontano possibile, e questo è il minimo che posso fare per dare loro supporto“.
Una chiosa finale sul Paese che le ha dato i Natali, l’Iraq: “La situazione iraniana non è identica a quella irachena, perché in Iraq non abbiamo una tradizione religiosa imposta in quella stessa maniera, ma molti dei partiti islamici in Iraq sono finanziati dal regime mullah iraniano. Quindi, l’Iran sta giocando un ruolo veramente difficile nel processo di democratizzazione irachena, che non va per niente bene“, ha concluso l’eurodeputata svedese.