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Trovata ufficialmente l’intesa tra Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova. Il Partito Democratico e Azione +Europa correranno insieme alle elezioni politiche che si terranno il 25 settembre prossimo. L’obiettivo è quello di battere il fronte del centrodestra che, secondo tutti i sondaggi, al momento è nettamente favorito per conquistare la maggioranza assoluta sia alla Camera sia al Senato. L’annuncio è arrivato in una conferenza stampa organizzata nel primo pomeriggio a Montecitorio dopo l’incontro della mattinata.
Elezioni, Letta: “Inimmaginabile Meloni dopo Draghi”
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“Non è immaginabile che il Paese dopo Draghi passi al governo delle destre o a un governo guidato da Giorgia Meloni. Dopo Draghi l’Italia ha bisogno di un’esperienza di governo che porti avanti programmi che hanno avuto grande successo”. Lo ha detto il segretario del Pd, Enrico Letta, in conferenza stampa congiunta con Carlo Calenda alla Camera.
Calenda: “No a candidati divisivi in collegi uninominali”
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“Sui collegi uninominali non ci saranno candidati divisivi, è giusto. Siamo riconoscenti al Pd per questo in modo tale che ognuno corra con i suoi voti e candidi chi ritiene giusto. La seconda questione era il programma perché serviva una base comune, come i rigassificatori e nessuna nuova tassa, ed è stato tutto scritto. Siamo pienamente soddisfatti. Ci saranno due leadership: una dell’area liberale con Azione e +Europa e una dell’area democratica e progressista”. Così Carlo Calenda.
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Il vertice tra PD, Azione e +Europa con Enrico Letta, Carlo Calenda e Benedetto Della Vedova era iniziato alla Camera dei Deputati per trovare un accordo sulla coalizione per le elezioni. “Ci incontriamo, tra pochissimo. Vediamo se sarà possibile fare un accordo sui collegi uninominali oppure no“, ha dichiarato Della Vedova entrando alla Camera. Calenda ha aggiunto: “Non è difficile, se c’è buona volontà. Veniamo con spirito costruttivo“. Ma i nodi che il centrosinistra deve sciogliere per allargare il campo in vista delle elezioni sono molteplici.
Centrosinistra: lo stallo di Calenda e le condizioni al Pd
Si parte dallo stallo di lunedì, con le parole di Calenda a metà tra un aut-aut e un ultimatum e i distinguo di Enrico Letta. Le forze che dovrebbero costituire la coalizione di centrosinistra alle elezioni presentano infatti fin troppe anime. Alcune di esse appaiono in contrapposizione tra loro fin troppo netta, mentre la posizione ufficiale del Pd è quella di aprire il più possibile. Da qui la decisione di discuterne faccia a faccia.
“Vediamoci con +Europa e chiudiamo in un senso o nell’altro“, aveva alla fine proposto Calenda. Che però aveva posto in maniera chiara le condizioni indispensabili perché Azione corra alle elezioni con il centrosinistra: no a chi ha ostacolato il governo Draghi. E quindi Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni (che ha fatto opposizione), i Verdi di Andrea Bonelli (contrari ai rigassificatori) e anche lo stesso Luigi Di Maio nonostante lo strappo al M5s. “Se la risposta sarà ‘No’, allora caro Enrico Letta la responsabilità della rottura sarà interamente tua“, aveva avvertito.
Il progetto del Pd verso le elezioni e la posizione di Renzi
“Incontriamoci, ma senza preclusioni. No ai veti e no alle sportellate. Si proceda a costruire un’alleanza, ogni divisione rappresenterebbe un regalo alla destra. Questo tema del dare diritto di tribuna alle diverse anime del centrosinistra non è da dileggio o da prenderci in giro. E noi alle elezioni non vogliamo partecipare, vogliamo vincere. Quindi l’impegno del Pd è costruire alleanze che siano larghe e che ci consentano di essere forti e competitivi“, aveva replicato Letta.
Sullo sfondo, ma non troppo, resta per ora Matteo Renzi. Che non solo non sembra ambire al ritorno nel centrosinistra, ma in un suo intervento a ‘RTL 102.5’ chiama a raccolta anche Azione. “Siamo gli unici talmente liberi e coraggiosi che andiamo anche da soli a fare il terzo polo alle elezioni. Con Calenda? Sarebbe un’ottima idea. Ma non voglio pretendere di decidere le cose degli altri – ha affermato il leader di Italia Viva –. Preferisco stare sui contenuti. Poi ognuno si faccia i propri conti. La scelta è tra la necessità di proporre ai cittadini un progetto credibile e stare tranquilli sapendo quanti seggi scattano“.