Elezioni regionali, scontro nel centrodestra: in Sardegna Salvini molla Solinas e rilancia sulla Basilicata

Alla fine nella partita per le elezioni in Sardegna, Matteo Salvini ha ceduto. Il leader del Carroccio ha mollato il presidente uscente Christian Solinas, che ieri si è visto sequestrare beni e mobili nell’ambito di un’inchiesta per corruzione partita nel 2022. Nel risico delle candidature, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni dunque ha avuto la meglio: il 25 febbraio i sardi troveranno sulla scheda elettorale il nome di Paolo Truzzu, attuale sindaco di Cagliari in quota Fratelli d’Italia. Archiviata la pratica, la Lega ha rilanciato sulla Basilicata, dove però Forza Italia fa quadrato attorno al governatore uscente, il forzista Vito Bardi.

Sardegna, Truzzu è il candidato della destra

Il segretario garantisce che nella scelta non hanno pesato i guai giudiziari di Solinas perché “l‘unità del centrodestra, della coalizione che hanno votato gli italiani, viene prima di logiche di partito o personali”. Ma tant’è. Il passo indietro è stato ufficializzato ieri con un comunicato: “Il partito ricompatterà la coalizione anche in Sardegna, con senso di responsabilità e per amore dell’isola”, si legge fra le altre cose.

Resta da sciogliere il nodo del Partito sardo d’Azione, di cui Solinas è segretario. Ieri sera è arrivato l’appello di FdI in Sardegna affinché “le forze che compongono la coalizione, sia nazionali che territoriali, possano condividere” la proposta della candidatura di Paolo Truzzu. Un invito rivolto “in particolare” al PSd’Az per poter continuare “nel percorso di cambiamento e rinnovamento avviato cinque anni fa dal presidente”. A stretto giro il partito dovrebbe sciogliere le riserve: rientrare nella coalizione di centrodestra o tentare la corsa solitaria. I bookmaker puntano sulla prima ipotesi.

Intanto restano le scorie di un’inchiesta giudiziaria che ha avuto uno sviluppo inaspettato a poco più di un mese dal voto. “È un danno grave alla persona e al partito che Solinas rappresenta, in un momento in cui si stanno definendo candidature a consigliere e a presidente”, dice il vice segretario del PSd’Az Quirico Sanna.

Il presidente della Sardegna Christian Solinas
Il presidente della Sardegna Christian Solinas | Foto Alanews – Newsby.it

La “faida” familiare a sinistra

Nel campo avversario, la candidata di Movimento cinque stelle e Partito democratico Alessandra Todde dal canto suo non entra nel merito dell’inchiesta perché “l’ambito giudiziario deve rimanere tale e non entrare nel dibattito politico”. Piuttosto punta il dito “su come ha governato la Sardegna, per come ha trattato i sardi e per come sta lasciando la nostra terra: in totale declino”.

Nella saga in salsa sarda c’è spazio anche per una “faida” familiare. Stavolta a sinistra. È quella che si sta consumando tra l’ex governatore Renato Soru e la figlia Camilla. Il primo, dopo aver rotto col Pd, ha deciso di candidarsi con una propria lista civica, con buone chance di drenare voti alla candidata del centro sinistra Todde, che è sostenuta da Camilla Soru, consigliera comunale dem a Cagliari. “Me lo sono ritrovato candidato contro di noi col rischio che faccia vincere questa destra, senza neanche una telefonata prima”, ammette lei sconsolata in un’intervista al Corriere della Sera.

Basilicata, muro contro muro fra Lega e Forza Italia

In Basilicata il leader del Carroccio deve fare i contri col muro eretto dal segretario forzista Antonio Tajani, che di mollare la poltrona non ne vuole sapere. Il numero due del partito Andrea Crippa avrebbe già chiesto ‘compensazioni’ a Meloni reclamando un passo indietro degli azzurri.Adesso c’è un altro partito che dovrebbe fare lo stesso nostro sforzo…’‘. Ma da Forza Italia fanno sapere che ”Bardi non si tocca’‘, escludendo l’ipotesi di un candidato “civico” indicato dalla Lega. Un’idea concepita in via della Scrofa per riequilibrare i rapporti di forza e trovare la quadra delle candidature. “Non è una questione di mercato. La Basilicata è ben governata da Vito Bardi, apprezzato in tutti i sondaggi”, taglia corto Tajani. “Non c’è alcuna trattativa di scambio con la Lega”.

La questione terzo mandato dei governatori

Tra i dossier sul tavolo c’è anche quello sul limite dei mandati per i presidenti di Regione. Una questione che sta particolarmente a cuore alla Lega, che non a caso ha depositato una proposta di legge in Parlamento per alzare a tre i mandati dei governatori. “Spero che la settimana prossima arrivi in Consiglio dei ministri”, si è augurato Salvini.

Il testo, attaccano i detrattori, sembra cucito addosso al presidente del Veneto Luca Zaia. Se approvata, la legge consentirebbe al leghista al timone della Regione da quasi 14 anni almeno un altro giro. “Rischiamo che il Veneto diventi Zaialand”, dice il leader di Azione Carlo Calenda.

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