Scopri gli scenari politici in Campania per le Regionali 2024, tra la ricandidatura di Vincenzo De Luca, le divisioni nel Partito Democratico e le strategie del centrodestra per contendersi la guida della regione
L’ultimo affondo nella battaglia politica per le prossime elezioni regionali in Campania arriva da Elly Schlein, leader del Partito Democratico, ospite del programma “Che tempo che fa”. Schlein ribadisce la posizione del suo partito contro la possibilità di un terzo mandato per il governatore Vincenzo De Luca.
Anche se manca quasi un anno alle Regionali in Campania, il tema del terzo mandato di De Luca ha già innescato importanti dinamiche politiche all’interno del centrosinistra e, in modo indiretto, anche del centrodestra.
Schlein non si limita a esprimere la posizione ufficiale del partito, ma aggiunge anche una frecciata al governatore campano, sottolineando: “Possono votare tutte le leggi regionali che vogliono, ma questo non cambia la posizione del partito. Se qualcuno non è abituato, perché prima funzionava diversamente, adesso è bene che si abitui al cambiamento”. Con queste parole, Schlein lancia un messaggio forte alla classe dirigente del Partito Democratico campano, facendo capire che la linea del partito non subirà eccezioni.
Il ruolo del Partito Democratico in Campania e la nuova legge sul terzo mandato
Dal canto suo, il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, non sembra intenzionato a fare marcia indietro. Nonostante le dichiarazioni di Schlein, De Luca ha continuato a ripetere pubblicamente la sua intenzione di candidarsi di nuovo: “Io mi ricandido. Chi ci sta, ci sta”. Questa determinazione pone il Partito Democratico campano di fronte a un dilemma, diviso tra il rispetto delle direttive nazionali e l’appoggio al suo attuale leader regionale.
Nel frattempo, in Campania, la commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale ha approvato una proposta di legge che recepisce la norma nazionale sulla non rieleggibilità dei presidenti di Regione che abbiano già ricoperto due mandati consecutivi. Tuttavia, la normativa regionale introdotta prevede che il computo inizi dal mandato in corso, permettendo quindi a De Luca di considerare il suo prossimo mandato come il “secondo” e non il “terzo”.
Questa manovra legislativa è stata sostenuta da sette consiglieri su otto (con l’astensione di Bruna Fiola) dopo diverse riunioni tra il gruppo consiliare del PD e lo stesso De Luca. Tuttavia, è chiaro che il voto sulla norma non implica necessariamente una conferma della candidatura di De Luca. Nel documento firmato dalla maggioranza, infatti, è specificato che il candidato ufficiale sarà scelto dalla coalizione e non attraverso questa modifica legislativa. Resta da vedere se questa posizione sia solo un modo per rinviare una decisione scomoda o se rappresenti una reale presa di distanza dalla candidatura del governatore uscente.
Nel contesto di questo confronto all’interno del centrosinistra, il Movimento 5 Stelle mantiene una posizione di attesa, pronto a giocare le sue carte nel caso di una spaccatura tra De Luca e il Partito Democratico nazionale. Se De Luca dovesse candidarsi senza il simbolo del PD, il M5S potrebbe proporre candidati come Roberto Fico o Sergio Costa, nomi che potrebbero rappresentare un’opzione accettabile anche per una parte del PD. La presenza di una figura vicina al M5S potrebbe così favorire la creazione di un’alleanza tra le forze progressiste, consolidando un “campo largo” di centrosinistra in Campania.
Dall’altra parte, il centrodestra sfrutta le tensioni interne al centrosinistra per attaccare De Luca e il PD. Antonio Iannone, commissario regionale di Fratelli d’Italia (FdI), ironizza sulla divisione all’interno del PD, parlando di un contrasto tra “il PD di Roma e il PD di Napoli”, definendolo “ridicolo”. Il centrodestra cerca così di accentuare le frizioni tra i dem, anche se la coalizione stessa è divisa sulla scelta del proprio candidato per la Campania.
Le discussioni interne al centrodestra sono aumentate, soprattutto dopo la controversia tra Sangiuliano e Boccia, che ha messo da parte le ambizioni dell’ex ministro della Cultura. Attualmente, i nomi più accreditati per la candidatura sono Edmondo Cirielli, viceministro degli Esteri e membro di FdI, e Fulvio Martusciello, capodelegazione di Forza Italia al Parlamento europeo. Martusciello ha espresso più volte il desiderio di candidarsi, aumentando anche gli attacchi verso De Luca e il PD, arrivando a chiedere un’interruzione anticipata del mandato regionale nel caso in cui la nuova norma venisse respinta.
Martusciello è supportato dal segretario nazionale di FI, Antonio Tajani, e il suo nome è visto con favore anche all’interno di ambienti europei, come dal leader del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber. Tuttavia, una candidatura in Campania non sarebbe semplice per Martusciello, poiché comporterebbe una rinuncia a un ruolo di peso a Bruxelles, dove è impegnato nel consolidamento dei rapporti con il PPE.
La Lega, pur non avendo un candidato forte, non intende cedere il passo. Il capogruppo regionale della Lega, Severino Nappi, ha sottolineato che la scelta del candidato dovrà essere concordata a livello nazionale, per evitare le divisioni che in passato hanno compromesso le possibilità del centrodestra in Campania. Questo invito all’unità si rivolge a FdI e FI, per evitare gli errori delle precedenti elezioni, dove il centrodestra si è presentato diviso, facilitando la vittoria del centrosinistra.
La situazione in Campania rimane tesa e complicata. Da un lato, il centrosinistra è alle prese con le direttive di Schlein e le ambizioni di De Luca, dall’altro il centrodestra cerca di compattarsi, ma fatica a trovare un accordo sulla candidatura. Le discussioni interne al Partito Democratico, il ruolo del Movimento 5 Stelle e le lotte interne al centrodestra indicano che la strada verso le regionali sarà caratterizzata da ulteriori colpi di scena.
Il confronto tra centrosinistra e centrodestra in Campania sarà probabilmente una delle sfide politiche più seguite nel 2024. Il campo progressista, con il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, dovrà scegliere tra l’appoggio a De Luca o la ricerca di una figura alternativa in grado di unificare le forze. Il centrodestra, d’altro canto, dovrà decidere se sostenere un candidato di Fratelli d’Italia o di Forza Italia, tenendo conto dei rapporti di forza tra i partiti e delle aspirazioni personali dei singoli candidati.
Per ora, De Luca sembra intenzionato a portare avanti la propria campagna, forte del sostegno dei consiglieri regionali e delle modifiche legislative. Tuttavia, l’opposizione interna al suo terzo mandato e le riserve del PD nazionale rappresentano ostacoli non indifferenti. La decisione finale potrebbe dipendere dall’andamento delle trattative tra i partiti della coalizione e dal comportamento dell’elettorato, sempre più disincantato di fronte a una politica regionale polarizzata.
In conclusione, il futuro delle Regionali in Campania è ancora incerto, con scenari possibili che vanno dalla conferma di De Luca a una sua esclusione, passando per una possibile alleanza tra PD e M5S, o una sfida aperta con il centrodestra. Ogni passo fatto dai protagonisti in questi mesi avrà un peso decisivo sul risultato finale, in un contesto in cui la politica regionale è al centro di una partita complessa e ricca di incognite.