Rischia di far perdere il sonno a molti parlamentari in uscita e numerosi aspiranti in entrata questa insolita e inaspettata campagna elettorale. Quello che nessuno, probabilmente, aveva messo nel conto è che con queste elezioni politiche (le prime in autunno da quando è nata la Repubblica) entrano in vigore le norme introdotte dalla legge costituzionale che ha ridotto di più di un terzo il numero dei parlamentari. La riforma voluta dal Movimento 5 Stelle metterà fuori gioco centinaia di parlamentari per i quali la riconferma è pari alla possibilità di centrare il Superenalotto da 245 milioni.
Le nuove norme hanno infatti ridisegnato la mappa dei collegi elettorali per il nuovo Parlamento. Provocando, in assenza di una nuova legge elettorale, un grande disorientamento tra coloro che aspirano a essere eletti. Le forze politiche, improvvisamente, si trovano con uno scenario a dir poco da incubo. Non si tiene più conto della vecchia mappatura del territorio. Ma si associa aree geografiche “lontane” dove emergono i collegi uninominali o plurinominali. In buona sostanza, il decreto legislativo del 23 dicembre 2020 n. 177 indica i nuovi collegi elettorali a seguito dell’entrata in vigore della legge costituzionale n. 1 del 2020 sulla riduzione del numero dei parlamentari.
Elezioni: in Italia sono in palio 392 posti da deputato e 194 da senatore
A livello nazionale sono previsti per la Camera 147 collegi uninominali (inclusa la Valle d’Aosta) e 49 plurinominali (quelli che esprimono gli eletti con il sistema proporzionale). 74 collegi uninominali per il Senato (inclusa la Valle d’Aosta) e 26 plurinominali. La legge costituzionale del 2020 ha imposto, a partire dal primo scioglimento delle Camere, la nuova composizione del Parlamento: 400 deputati (erano 630) e 200 senatori (erano 315). Di questi anche gli eletti nelle circoscrizioni estere hanno subìto un taglio consistente: i deputati eletti all’estero passano da 12 a 8 e al Senato da 6 a 4. Questo significa che, in Italia, sono in palio 392 posti da deputato e 194 da senatore (di cui 74 eletti con l’uninominale e 122 con il proporzionale).
In assenza di una nuova legge elettorale che il Parlamento in uscita non ha voluto formulare, si vota per queste elezioni col sistema precedente: ovvero misto. I seggi sono attribuiti in parte col sistema maggioritario, in parte col sistema proporzionale. La soglia di sbarramento rimane al 3% per singole formazioni politiche e al 10% per le coalizioni. Il voto sarà espresso per il candidato del collegio uninominale. Per i collegi plurinominali (col proporzionale) si esprimerà invece il voto sulla lista (o coalizione). In quest’ultimo caso c’è il cosiddetto listino bloccato. Con i primi nomi della lista (prescelti dai partiti) che hanno pressoché garantita l’elezione in misura direttamente proporzionale al risultato ottenuto dalla lista. Non ci sarà possibilità di fare voto disgiunto.