“La pandemia non è finita. Non se siamo ancora fuori, va ancora affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza“. Lo dice il premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue. Ma il presidente del Consiglio, in particolare, si sofferma sul Recovery Plan italiano. E sulle prospettive che attendono il nostro Paese nei mesi che verranno.
Draghi, la politica fiscale italiana e i migranti
“Dobbiamo mantenere una politica fiscale espansiva, focalizzata sempre più sugli investimenti. E per farlo bisogna mirare alla crescita, a tassi più alti di quelli precedenti alla pandemia. E gli investimenti del Recovery, se ben fatti, produrranno un aumento della produttività. Parliamo di un tasso di crescita più alto, che come conseguenza diminuirà la pressione del debito italiano“, spiega Draghi.
[scJWP IdVideo=”tCLam5DT-Waf8YzTy”]
Altro capitolo importante è quello dei migranti. Così Draghi: “Il mio obiettivo non era ottenere un accordo sui ricollocamenti. Tutto ciò che abbiamo visto nei giorni e le settimane passate mi diceva che avere un accordo per noi conveniente sarebbe stato prematuro. Chiaro che avremmo potuto raggiungere un accordo, poteva succedere in ogni istante. Ma doveva essere nell’interesse italiano“.
Le condizioni per trovare accordi in Europa
Nell’intesa sulla dimensione esterna “il testo delle conclusioni è molto impegnativo“, osserva il premier. “Il problema dell’immigrazione va affrontato. Ma l’Europa ha bisogno di affrontarlo possibilmente in armonia, senza escludere accordi tra Paesi“, aggiunge. “La migrazione rientrerà nell’agenda del Consiglio europeo. Non mi farei troppi problemi“, conclude Draghi.
[scJWP IdVideo=”Y21Sb2Qn-Waf8YzTy”]
“Sull’Unione bancaria non c’è stato un accordo. Ed è meglio che non ci sia se deve essere su termini per noi inaccettabili“, spiega poi il premier Mario Draghi in conferenza stampa dopo il Consiglio Ue. “Ma non siamo solo noi, non si sono trovate le necessarie convergenze sui cardini dell’unione bancaria. Da un lato l’assicurazione sui depositi, dall’altra i vincoli che si vogliono mettere sui portafogli bancari investiti in titoli di Stato“, aggiunge.