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Si è conclusa, in Senato, la votazione per la fiducia nei confronti del presidente del Consiglio Mario Draghi. La presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, ha elencato i numeri: 192 presenti, 133 votanti, 67 la maggioranza, 95 favorevoli, 38 contrari e 0 astenuti. “Il Senato approva“, dice Casellati ma Draghi ha già lasciato Palazzo Chigi. Tra i presenti, infatti, mancavano i parlamentari di M5s, Lega e Forza Italia che quindi non gli hanno accordato la fiducia. Si può considerare l’ultimo atto del suo Governo.
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È stata tanto breve quanto accesa la replica di Mario Draghi, il presidente del Consiglio, al Senato. Prima di passare al sodo, il premier ha ringraziato “tutti coloro che hanno sostenuto l’operato del governo con lealtà e partecipazione”. Ha poi approfittato dell’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e chiarire alcuni passaggi del suo discorso di stamattina che erano stati fraintesi. “Non ho mai messo in dubbio la natura della nostra democrazia: è parlamentare e io la rispetto e mi riconosco”, ha sottolineato Draghi. Nelle scorse ore, alcuni parlamentari avevano dichiarato di ritenere discutibile la frase “siamo qui in quest’aula solo perché gli italiani lo hanno chiesto”, pronunciata dal presidente stamattina.
“Il sostegno che ho visto nel Paese mi ha indotto a riproporre un patto di coalizione e sottoporlo a vostro voto. La scelta sarà vostra. Da parte mia non c’è alcuna richiesta di pieni poteri”, ha precisato ancora Draghi.
Draghi: “Chi ha disegnato il superbonus è il colpevole”
Non è mancata una parentesi su alcune misure oggetto di discussione negli ultimi mesi. “Il reddito di cittadinanza è una cosa buona, ma se non funziona è una cosa cattiva. Per il superbonus, il problema sono i meccanismi di cessione. Chi li ha disegnati senza discrimine o discernimento? Sono loro i colpevoli di questa situazione in cui migliaia di imprese stanno aspettando i crediti. Ora bisogna riparare al malfatto e tirare fuori dai pasticci e dai guai quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà“, ha aggiunto Draghi.
“Chiedo che sia posta la fiducia sulla risoluzione presentata dal senatore Casini”, ha concluso. Alla richiesta del premier, i deputati del Pd e di Italia Viva hanno applaudito. Tutti gli altri, invece, sono rimasti fermi. La presidente Casellati ha per questo indetto una nuova sospensione della discussione e una capigruppo
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Chi non ha votato la fiducia a Draghi: le motivazioni di FI, Lega, M5s
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“Con amarezza ma con la tranquillità d’animo di chi può dire a gran voce di aver tentato fino alla fine, il gruppo di Forza Italia al Senato non parteciperà al voto sulla fiducia posta dal governo solo sulla risoluzione del senatore Casini“. Queste le parole della capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini, durante la discussione generale sulle comunicazioni del presidente del Consiglio.
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“Spiace che non sia stata scelta la nostra risoluzione e che questo ci abbia messi nelle condizioni di non partecipare al voto per la fiducia su una risoluzione, non a caso firmata da Casini“. Così il senatore della Lega, Stefano Candiani nella dichiarazione di voto sulla fiducia al governo Draghi nell’aula del Senato. E ha aggiunto: “Noi diciamo sì a un governo nuovo fatto dalla Lega e da chi lo voglia sostenere, altrimenti si dia la parola agli italiani“.
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Nonostante questo, nemmeno i senatori pentastellati hanno votato per la fiducia al Governo. “Oggi non partecipiamo al voto di questa risoluzione“. Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato, Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sulla questione di fiducia posta dal premier Mario Draghi sulla risoluzione dopo le sue comunicazioni.