Non si sono placati nemmeno durante la Pasqua i numeri dei migranti che diventano sempre più spesso vittime del mare e di un viaggio senza certezze. Soltanto in tre giorni, dal 7 al 10 aprile, sono state soccorse 3.000 persone nelle acque vicine a Calabria e Sicilia. In programma un incontro per ridefinire il Decreto migranti.
Oggi pomeriggio i rappresentanti del Governo si riuniranno al Viminale e alla commissione Affari costituzionali del Senato per discutere della stretta sull’immigrazione necessaria e già preannunciata. Al Viminale s’incontreranno il sottosegretario Nicola Molteni che aveva presentato gli emendamenti governativi, tema centrale che affronterà il vertice, il presidente della prima commissione del Senato, Alberto Balboni, il relatore Andrea De Priamo e i capigruppo di maggioranza. “Li presenteremo per affrontare le ulteriori questioni emerse dopo l’emanazione del decreto, tenuto conto della particolare rilevanza del flusso migratorio in atto“, afferma Molteni. L’esecutivo cercherà di trovare una soluzione che metta tutti d’accorso e valida per poter ridefinire le norme principali che regolano il flusso migratorio. L’obiettivo è stato spinto dalla premier Meloni dopo la tragedia di Cutro in cui sono morti 93 migranti.
I possibili interventi nel nuovo Decreto sull’immigrazione
Secondo alcune indiscrezioni le parole d’ordine saranno “stop partenze” e controlli agli scafisti. Verrà preso in considerazione il tema della protezione speciale, che diventerà più difficile da ottenere e conterrà molte più limitazioni. Alcune regole più ferree, infatti, definiranno nuove linee utili a garantire i rimpatri dei migranti arrivati illegalmente. Nessun intervento invece sulle modifiche alla legge targata Lega.
Con il Decreto Salvini era stata limitata la possibilità di richiedere asilo e abrogato il permesso per motivi umanitari. Nel 2020 (Decreto sicurezza n. 130/2020) si era cercato di ridefinire un permesso internazionale che fosse diverso da quello umanitario, in grado di dare maggiori garanzie ai migranti. Così, fu introdotto il permesso per protezione speciale a salvaguardia della vita privata e familiare dello straniero: “il divieto di respingimento o espulsione dello straniero in presenza di fondati motivi di ritenere che l’allontanamento dal territorio nazionale comporti una violazione del diritto al rispetto della sua vita privata e familiare” (art. 19 co.1.1. terzo periodo).
Erano diventati motivi di valutazione “la natura e l’effettività dei vincoli familiari dell’interessato, il suo effettivo inserimento sociale in Italia, la durata del suo soggiorno nel territorio nazionale nonché dell’esistenza di legami familiari, culturali o sociali con il suo Paese d’origine” (art. 19 co. 1.1. quarto periodo) del Testo unico immigrazione (D.lgs. n. 286/1998).