[scJWP IdVideo=”3Pz2PVdK-Waf8YzTy”]
“Dopo settimane di trattative e confronto, nei giorni scorsi abbiamo stipulato un contratto di fornitura con l’azienda che produce il vaccino Sputnik. Si tratta di un vaccino aggiuntivo, oltre a quelli trattati dall’Ue“. Così il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, in un video postato sulla sua pagina Facebook.
De Luca e l’accordo sul vaccino Sputnik
“Abbiamo inteso prenotare lo Sputnik, proprio per avere i vaccini necessari a immunizzare quattro milioni e mezzo di nostri concittadini con la doppia dose“, ha spiegato De Luca. Che poi ha voluto precisare un aspetto non irrilevante del nuovo accordo: “Ovviamente, è bene fare un chiarimento, il contratto prevede che l’accordo diventi operativo immediatamente, ma solo dopo l’approvazione dell’Ema e dell’Aifa“.
Le sue parole arrivano nello stesso giorno di una conferenza stampa del presidente del Consiglio, in cui è stato affrontato anche l’argomento Sputnik. E infatti De Luca lo ha citato: “Ci stiamo muovendo un po’ sulla linea indicata anche da Draghi. Se non abbiamo le risposte che ci servono da parte dell’Unione europea e da parte delle aziende attualmente contrattualizzate, è chiaro che andremo avanti anche da soli. Quantomeno per la parte aggiuntiva che possiamo ottenere“. Ma il governatore della Campania non si ferma qui.
Regione Campania, “un esperimento per l’Italia”
“Riteniamo che questa scelta che abbiamo fatto tramite questo contratto possa aprire una strada per l’Italia. E possa fungere da esperimento per tutto il Paese – ha infatti spiegato De Luca –. Una volta coperte le esigenze dei nostri concittadini campani, potremmo poi mettere a disposizione anche per tutti gli italiani che lo vorranno le dosi che dovessimo ricevere da Sputnik. Mi pare una scelta di civiltà e solidarietà nazionale“.
Quindi l’attacco finale di De Luca: “Non possiamo stare in una situazione nella quale siamo oggetto di ricatti da parte di aziende produttrici. Dobbiamo programmare con certezza le campagne di vaccinazione. Questo vuol dire che l’Aifa deve darsi tempi rapidi di decisione. Perché sono tempi di guerra, e non di ordinaria amministrazione“.