Un nuovo polverone intorno al Ddl Zan. Dovuto principalmente alle esternazioni di Maria Rita Castellani, Garante per l’infanzia dell’Umbria. Ma forse ancora di più per le reazioni che le sue parole hanno generato a livello nazionale.
Ddl Zan: le criticatissime parole della Garante
“Il concetto d’identità cambia – è la lettura del Ddl Zan da parte di Castellani –. Non è più quello antropologico che conosciamo da sempre e che distingue persona da persona a ragione di evidenze biologiche. Ma diventerà qualcosa che io, cittadino, posso decidere arbitrariamente secondo la percezione del momento. Di conseguenza ogni desiderio sarà considerato un bisogno e il bisogno un diritto“.
Ancora più controverso il passaggio successivo. Nella sua nota, Castellani sostiene che con il Ddl Zan “il sesso biologico non avrà più importanza dal punto di vista sociale. Perché conterà soprattutto il sesso culturale, cioè quello percepito. Come, d’altra parte, si potrà scegliere l’orientamento sessuale verso cose, animali, e/o persone di ogni genere e, perché no, anche di ogni età. Fino al punto che la poligamia come l’incesto non saranno più un tabù, ma libertà legittime“.
M5s: “Dimissioni”. Ma Pillon la difende: “Finalmente, coraggio”
Parole che inevitabilmente hanno scatenato una pioggia di reazioni. E non soltanto dall’associazione Omphalos Lgbti e da svariate organizzazioni del territorio (secondo l’Ansa sono almeno una cinquantina). Estremamente severi sono infatti Pd e soprattutto M5s. “Le parole espresse dalla garante sul ddl contro l’omotransfobia sono di una gravità inaudita“, affermano in una nota i pentastellati locali. Secondo cui le esternazioni contro il Ddl Zan di Castellani sono “un insulto ai diritti che vogliamo garantire, un insulto a tutte le persone LGBT, un insulto a tutti i bambini che avrebbero bisogno di essere ‘garantiti’ nella loro formazione e nella loro vita e non ingannati con teorie assurde che vogliono solo screditare una legge che punta alla tutela di tutti. È una vergogna. Riteniamo che Castellani non sia adeguata a ricoprire questo ruolo di garanzia e debba dimettersi“.
A prendere le difese della Garante per l’infanzia dell’Umbria è quindi un esponente di spicco della Lega, come Simone Pillon: “Siamo dalla parte del Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Umbria Maria Rita Castellani che è stata oggetto di attacchi vergognosi“, ha dichiarato il senatore del Carroccio. Che è andato anche oltre: “Dopo che per anni l’Umbria è stata laboratorio delle politiche gender, abbiamo finalmente un Garante preparato, serio e coraggioso che denuncia quanto si rischia con il Ddl Zan. Ed è vergognoso che diventi oggetto di attacchi da parte della sinistra“.