Si riparte, dopo sei mesi esatti. Come da regolamento parlamentare. Il Partito democratico ha presentato di nuovo in Senato il disegno di legge contro la violenza e le discriminazioni basate su sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. Il ddl Zan, dal nome del deputato e relatore del testo alla Camera Alessandro Zan, era stato bloccato per sei mesi dalla cosiddetta “tagliola” imposta dai partiti di destra il 27 ottobre 2021. Ma ora il suo percorso di discussione per dotarsi di una legge contro omolesbobitransfobia, misoginia e abilismo ora può proseguire.
Ddl Zan: il tormentato percorso del disegno di legge
La strada del ddl Zan, dopo l’approvazione alla Camera, è stata ostacolata da un lungo ostruzionismo parlamentare. Addirittura anche dal Vaticano, che è intervenuto rispolverando il concordato tra Stato e Chiesa del 1984 e i Patti lateranensi di Mussolini. Nonostante tutto questo, dopo circa otto mesi dalla sua prima approvazione, il disegno di legge era riuscito ad arrivare in Senato lo scorso 13 luglio. Tuttavia, dopo appena tre mesi, Lega e Fratelli d’Italia hanno fatto fallire la discussione parlamentare, tramite la tagliola. Si sospese la possibilità di ripresentare il ddl per sei mesi.
Con il termine “tagliola” ci si riferisce a una procedura parlamentare, prevista dal regolamento del Senato all’articolo 96. Un senatore di ciascun gruppo può proporre di passare all’esame gli articoli di un disegno di legge. In questo modo, l’analisi del testo viene bloccata preventivamente, per non arrivare a un voto diretto sul contenuto. Il 27 ottobre 2021, la tagliola sul ddl Zan è passata con il voto segreto di 154 senatori a favore, 131 contrari e due astenuti.
Le reazioni che ci furono all’estero
All’epoca, la notizia e il video dell’esultanza dei deputati di destra provocò una grande polemica anche a livello internazionale. Fu ripresa da media come il britannico Guardian. Diverse manifestazioni scoppiarono in Italia appena un giorno dopo il voto. Tra queste, una con oltre 10 mila persone solo a Milano. Ma anche a Londra, Parigi e Bruxelles. Ora però, i sei mesi di stop imposti dalla tagliola sono finiti: il ddl Zan può tornare in Senato. In base alle dichiarazioni di Alessandro Zan, è stato ripresentato lo stesso testo già approvato alla Camera, che aveva ricevuto una larga maggioranza di voti compresi quelli di Italia Viva, nonostante poi il partito di Matteo Renzi avesse deciso di ritirarsi e proporre nuove modifiche al testo in Senato.