È bastato un emendamento targato M5s alla proposta di legge contro la violenza sulle donne per scatenare la bagarre in aula alla Camera tra Lega e opposizioni, mentre ad assistere al dibattito dalle tribune c’era una scolaresca di liceali. Pomo della discordia l’educazione sessuale e affettiva in classe fin dalle primarie.
Rossano Sasso, deputato del Carroccio, l’ha bollata come una “porcheria” e una “nefandezza”. Dietro all’emendamento, secondo lui, c’è ben altro. “Al M5S non interessa solo l’educazione alla parità di genere ma voglio l’educazione sessuale. Se la vogliono, se la facciano nelle loro sedi di partito e vediamo se i genitori manderanno lì i loro figli”.
Immediata la reazione delle opposizioni. “Definire un emendamento una nefandezza è inaccettabile. Non siamo a Kabul ma nella Repubblica italiana”, ha tuonato Angelo Bonelli di Alleanza Sinistra -Verdi. Dal Movimento 5 stelle ha replicato Anna Laura Orrico, autrice dell’emendamento sotto accusa: “Se c’è una cosa degradante in Italia, è che nel nostro Paese l’89% dei nostro ragazzi imparino che cosa sia il sesso da YouPorn. Le famiglie non possono essere lasciate sole“.
Le ha fatto eco il collega di partito Riccardo Ricciardi: “Quando interveniamo sui ragazzi, a 16 o 20 anni? Se la maggioranza non lo capisce diventa responsabile, anche inconsapevole, di certi episodi che accadono. Mi rivolgo ai tanti colleghi della maggioranza che non condividono le parole di Sasso, so che ci sono: abbiate un sussulto di dignità, dite sì all’educazione affettiva e sessuale nelle scuole, lasciate perdere certe affermazioni da trogloditi“.
Anche la maggioranza peraltro ha preso le distanze dall’intervento del leghista. “Mi dissocio completamente dall’intervento del collega Sasso, come presidente di Commissione e come relatore del provvedimento“, ha detto in Aula Ciro Maschio di Fratelli d’Italia, relatore del provvedimento, incassando l’applauso da tutte le forze di opposizione. “Ritengo fuori luogo come sono stati apostrofati e commentati i legittimi emendamenti delle opposizioni e rivolgo un appello a non cadere nelle provocazioni e non vanificare il lavoro fatto in accordo in commissione”.
Ddl violenza donne, via libera dalla Camera all’unanimità
Dopo la bagarre mattutina, al pomeriggio è arrivato l’ok all’unanimità di Montecitorio. Con 196 voti a favore, la Camera ha approvato il disegno di legge contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. Il testo ora all’esame del Senato. Il provvedimento, che porta la firma della ministra per le Pari opportunità e la famiglia Eugenia Roccella, era stato approvato dal Cdm lo scorso giugno e si inserisce nel solco normativo tracciato dal “Codice rosso”.
“Sarà un salvavita, che darà la possibilità alle donne di non sentirsi sole”, ha commentato l’esponente di FdI. Certo, ha ammesso, il ddl “non esaurisce lo sforzo del governo e del Parlamento contro la violenza. C’è da lavorare sulla prevenzione culturale, c’è da lavorare sulla formazione degli operatori, sulla raccolta dati, sull’accoglienza delle vittime, sulla diffusione del numero verde 1522, sull’educazione al rispetto, sul concetto di consenso. Tutto questo lo stiamo facendo, tutto questo lo faremo insieme”.
Al netto degli emendamenti bocciati, anche le opposizioni di dicono soddisfatte per le nuove norme che introducono una stretta basata anche sulle indicazioni dei centri anti violenza.
Il ddl interviene sia sulla tutela delle donne che sul contrasto della violenza e dei femminicidi, un fenomeno che ha ormai raggiunto livelli allarmanti con oltre 90 donne uccise dall’inizio dell’anno. Nella sostanza mira, attraverso una serie di nuovi paletti normativi, a tenere lontani stalker e violenti dalle potenziali vittime al verificarsi di determinati “reati spia”.
Più attenzione ai “reati spia”
Diverse le novità introdotte dal provvedimento. C’è innanzitutto il rafforzamento degli strumenti di prevenzione – come ammonimento, braccialetto elettronico, distanza minima di avvicinamento, vigilanza dinamica – che vengono applicati ai cosiddetti “reati spia” allo scopo di evitare che la violenza venga perpetrata. Sono previsti tempi stringenti, il più possibile rapidi e certi, per la valutazione del rischio da parte della magistratura e per la conseguente eventuale applicazione delle misure preventive e cautelari nei confronti dei potenziali violenti.
Arresto in flagranza differita
Arriva quindi l’arresto in flagranza differita e vengono previste nuove regole per favorire la specializzazione sul campo dei magistrati e la formazione degli operatori che, a diverso titolo, sono chiamati per ragioni professionali a entrare in contatto con le vittime.
Ristoro anticipato in favore delle vittime
Infine il testo approvato a Montecitorio contempla una provvisionale a titolo di ristoro anticipato a favore delle vittime, ma anche l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare anche fuori dei casi di flagranza e il rafforzamento degli obblighi di comunicazione alla persona offesa.