D’Amato entra in Azione: “Nel PD troppa subalternità ai 5 Stelle”

Oggi è la giornata dell’ingresso ufficiale di Alessio D’Amato in Azione.

L’ex assessore alla Sanità del Lazio del PD, nonché candidato della coalizione PD-Terzo Polo alle regionali che ha visto la vittoria del centrodestra, è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama.

A dare il benvenuto a D’Amato in Azione è stato Carlo Calenda, al cui fianco davanti alla stampa si sono seduti il capogruppo di Azione alla Camera, Matteo Richetti, la portavoce e vicesegretaria del partito, Mariastella Gelmini, e ovviamente lo stesso D’Amato.

Azione, D’Amato: “Voglio lavorare su questioni concrete come sanità pubblica e salari”

Nel corso della presentazione come nuovo membro di Azione, che si è tenuta stamattina al Senato, Alessio D’Amato ha commentato così la sua decisione di lasciare il PD e cambiare partito:

“Uno dei motivi è stata la subalternità. Io, in maniera leale, ho detto che non condividevo alcune scelte e poi ho preso atto delle mancate risposte. L’ho fatto dolorosamente e in maniera consapevole. Ho scelto di aderire ad Azione per portare avanti un fronte riformista in questo Paese e soprattutto per lavorare sulle questioni concrete a partire dalla sanità pubblica e dai salari. Tanti nel PD la pensano come me e lo vedo dai messaggi che ricevo. So che non è semplice o facile, ma penso che nei prossimi mesi ci saranno altre scelte come la mia”.

D’Amato ha poi sottolineato la sua lontananza da quel PD che sembra voler avvicinarsi sempre più al Movimento 5 Stelle:

“Questo significa lavorare nel campo del centrosinistra, ma rafforzando un profilo riformista. Sono cresciuto in un partito dove il tema delle alleanze è un tema importante, ma lo è anche la capacità di indicare la rotta. Se si va dietro i 5 Stelle, io penso che non si riuscirà a costruire un’alternativa di Governo”.

Azione, Calenda: “Felici per l’ingresso di D’Amato, arriveranno altri nei prossimi mesi”

Entusiasta per l’ingresso in Azione di D’Amato è Carlo Calenda, leader del partito:

“Oggi siamo molto felici di dare il benvenuto in Azione ad Alessio D’Amato, che è stato il migliore nella gestione regionale della vaccinazione Covid. Parliamo di una persona di assoluto valore amministrativo. Un riformista pragmatico. Azione si conferma il luogo dove le persone parlano di come risolvere i problemi, ispirandosi ai valori della Costituzione”.

Quello di D’Amato potrebbe non essere l’unico nuovo ingresso in Azione. Calenda ha, infatti, sottolineato come il suo partito resti aperto alla possibilità di accogliere forze nuove:

“A me importa che arrivino da noi persone democratiche, pragmatiche, europeiste, persone che si riconoscano nei valori della prima parte della Costituzione e capaci di fare. Ce ne sono in Italia Viva, ce ne sono nel Partito Democratico, ce ne sono nell’area di Forza Italia che sta scomparendo, perché va a essere esclusivamente una subordinata di Giorgia Meloni. Quindi, credo che c’è tutto lo spazio di far nascere un’area che si ispiri al Governo Draghi. Un’area che faccia accadere le cose e prometta il meno possibile, perché lo scopo è quello di mantenere ciò che si promette”. 

Calenda: “Salvini sulla pace fiscale dice balle”

In occasione della conferenza stampa per l’ingresso di D’Amato in Azione, Carlo Calenda non ha risparmiato qualche attacco al Governo.

Come già accaduto recentemente in passato sul tema Mes, l’ex PD se l’è presa soprattutto con il leader della Lega Matteo Salvini:

“La prima cosa da dire è che la pace fiscale di cui parla Salvini è una palla, visto che abbiamo appena approvato una delega fiscale dove non c’è. Questo è il modo di fare di Salvini, dire balle che poi non trovano riscontro nella realtà. La presa in giro dei cittadini è una cosa insopportabile. La seconda cosa da dire è che questo Paese ha 100 miliardi di evasione fiscale e vanno recuperati per abbassare le tasse, in modo che in più pagano meno pagano. Noi una proposta l’abbiamo fatta in questo senso. Salvini è al Governo, quindi facesse le cose anziché dichiararle e basta. Questo è il metodo che usa un po’ per tutto. Dice che farà il Ponte sulle Stretto, poi non riesce a fare le infrastrutture di base in Calabria e in Sicilia. Ogni giorno dice un’idiozia per dare un titolo ai giornali. Tutti i giorni. È la politica del rumore a cui poi non corrispondono i fatti. Il contrario di quello che facciamo noi”. 

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