Crisi di governo, Polverini e gli altri: tutti gli inattesi “sì” a Conte

Renata Polverini e non solo. Sono cinque, sei, forse sette i “sì” inattesi incassati dall’esecutivo di Giuseppe Conte che ha ottenuto la fiducia alla Camera dei Deputati. Una maggioranza assoluta e non relativa, come tutto sembrava presagire nelle ore che avevano preceduto il voto. Particolarmente inatteso il cambio di vedute di Renata Polverini, che però non è sola. Vediamo chi sono i nomi che hanno generato un primo rimescolamento delle carte nel corso di questa crisi di governo.

Chi è Renata Polverini, da Forza Italia a “volenterosa”

Come detto, il “sì” più sorprendente è arrivato da un partito al di sopra di ogni sospetto tra le possibili fonti di consenso per Conte: Forza Italia. Da qui proviene infatti Renata Polverini, romana, classe 1962, una lunga militanza sindacale e una carriera politica sempre caratterizzata dall’appartenenza all’universo di centro-destra. Già segretaria generale dell’Ugl, sindacato dei lavoratori di destra, fu candidata a Presidente della Regione Lazio nel 2009, proposta dall’Udc e La Destra di Storace. Ottenne invece l’appoggio esterno di Forza Italia. Governatrice tra il 2010 e il 2012 (quando si dimise). Eletta alla Camera dal 2013, ben presto aderì proprio a Forza Italia.

Ora la decisione che ha spiazzato anche Tajani: “Ho votato la fiducia perché ritengo ci si debba assumere le proprie responsabilità. Nel corso della mia vita l’ho sempre fatto e lo stesso vale ora. In questo momento non condivido che ci sia una crisi di governo, e per cause maggiori lascio anche Forza Italia“. Negli scorsi giorni si era peraltro spesa insieme a Renato Brunetta per convincere lo stesso Silvio Berlusconi a intervenire a favore dell’esecutivo Conte.

Italia Viva, ex M5S, centristi: i nuovi alleati di Conte nella crisi di governo

Anche tra le fila di Italia Viva, però, si sono registrati i primi dissidenti. Non ha sorpreso il sì di Vito De Filippo, che aveva già annunciato il ritorno nel Pd. Nel partito di Matteo Renzi, è però anche mancato il voto di Giacomo Portas (assente), mentre Michela Rostan ha scelto di votare la fiducia a Conte. Pesano, nel quadro della crisi di governo, anche i voti di 7 deputati che avevano lasciato il M5S per entrare nel Gruppo Misto. Si tratta di Benedetti, Aiello, Aprile, Fioramonti, Ermellino, Lo Monte e Trano. A favore dell’attuale esecutivo anche De Giorgi.

Da mettere nel calderone anche i 4 sì delle Minoranze linguistiche, i 3 del Maie, gli 11 deputati di Centro democratico di Bruno Tabacci. Nell’ottica di chi puntava alla crisi di governo, manca anche il voto di Maurizio Lupi. L’esponente di Noi con l’Italia non ha votato per “motivi logistici“. In precedenza aveva tuttavia preso la parola per dichiarare il “no” a Conte.

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