La risposta del governo non si è fatta attendere. Dopo la pubblicazione del rapporto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto nei suoi profili social: “L’Ecri, organo del Consiglio d’Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo? Le nostre forze dell’ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni“. Cos’è la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza
Martedì la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), ha pubblicato un rapporto dove si parla di diffuso razzismo e di “profilazione razziale” tra la polizia. Nel testo si legge: “L’Italia dovrebbe adottare un Piano d’azione nazionale per combattere il razzismo, organizzare una campagna di sensibilizzazione per promuovere l’uguaglianza, la diversità e il dialogo interculturale e interreligioso e adottare ulteriori misure per combattere il discorso di odio razzista trasmesso dai personaggi pubblici“. Il governo non ha preso bene il rapporto, Mattarella ha espresso il suo stupore per le accuse, Meloni chiede “rispetto, non ingiurie“.
Cosa dice il rapporto
L’Italia è finita nel mirino dell’Ecri. Nel rapporto pubblicato il 22 ottobre, l’ente ha evidenziato alcune criticità nel sistema italiano. Nel documento si afferma che durante la visita in Italia l’Ecri è venuta a conoscenza di casi di controlli di polizia basati sull’aspetto etnico delle persone durante le attività di sorveglianza, “in particolare verso la comunità Rom e le persone di origine africana“, si legge nel rapporto. Nel documento viene sottolineato come “le autorità non sembrano essere consapevoli della portata del problema e non hanno considerato l’esistenza della profilazione razziale come una forma di potenziale razzismo istituzionale“. Le testimonianze sono state raccolte dalle organizzazioni della società civile e da altri organismi internazionali. I controlli selettivi della polizia riguarderebbero soprattutto le persone di origine africana nelle aree delle stazioni e dei mezzi pubblici. “Lo status giuridico dell’Unar e il suo ruolo significativo nella definizione delle politiche governative sono incompatibili con il requisito di indipendenza di un organismo per le pari opportunità“, si legge nel testo.
L’Ecri, che chiede al governo italiano di effettuare uno studio completo e indipendente, “con l’obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale”, ha specificato che i rapporti della commissione “non sono frutto di indagini o prove testimoniali” ma “analisi basate su informazioni raccolte da un’ampia varietà di fonti scritte“, nazionali e internazionali. “La visita in loco fornisce l’occasione di incontrare direttamente le parti interessate (governative e non), al fine di raccogliere informazioni dettagliate“, viene specificato.
Nel rapporto vengono anche criticati diversi politici italiani per alcune dichiarazioni. Del ministro Matteo Salvini viene riportata la dichiarazione del 2018: “I Rom italiani purtroppo dobbiamo tenerceli a casa“. Secondo l’Ecri questa frase ha generato un senso di “emarginazione ed esclusione in vari segmenti della popolazione”. Nel testo si parla anche del generale Roberto Vannacci e delle sue frasi negative sui gay e sugli italiani di colore.
Le raccomandazioni
“L’Ecri raccomanda:
- alle autorità di attivarsi per istituire un organismo di parità pienamente indipendente ed efficace, in consultazione con le organizzazioni della società civile ed in linea con la Raccomandazione di Politica Generale dell’ECRI sugli organismi per la promozione dell’uguaglianza incaricati di combattere il razzismo e l’intolleranza a livello nazionale, e per rafforzare l’UNAR come organismo ufficiale di coordinamento a pieno titolo, responsabile dell’elaborazione, dell’attuazione e del monitoraggio dell’attuazione di politiche e altre misure per prevenire e combattere tutte le forme di razzismo e intolleranza e per coordinarne la valutazione”, si legge sul documento.
- “Che le autorità organizzino una campagna di sensibilizzazione al fine di creare una migliore comprensione da parte del pubblico della gravità dei discorsi razzisti e di altre forme di discorsi d’odio e del danno che essi causano agli individui e alle comunità interessate e promuovere l’uguaglianza, la diversità ed il dialogo interculturale e interreligioso, sottolineando in particolare i contributi positivi delle persone con origine migratoria, dei Rom, dei membri delle comunità ebraiche e musulmane e delle persone di origine africana alla società nel suo insieme”, continua la nota.
- “Che le autorità commissionino prontamente uno studio completo e indipendente con l’obiettivo di individuare e affrontare qualsiasi pratica di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine che riguardi in particolare i Rom e le persone di origine africana, alla luce della Raccomandazione di Politica Generale dell’ECRI n. 11 sulla lotta al razzismo e alla discriminazione razziale nell’ambito delle attività di polizia e della Raccomandazione Generale n. 36 del Comitato delle Nazioni Unite sull’eliminazione della discriminazione razziale in materia di profilazione razziale da parte delle forze dell’ordine”, viene specificato.
Cos’è la Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza
La Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) è l’organizzazione internazionale più antica d’Europa in materia di diritti umani. L’ente, nato nel 1949 con sede a Strasburgo, riunisce 46 stati membri, inclusi paesi non nell’Unione come Regno Unito e Turchia. L’Ecri si occupa di monitorare le questioni relative alla discriminazione basata su “razza”, origine etnica/nazionale, colore, cittadinanza, religione, lingua, orientamento sessuale, identità di genere, xenofobia, antisemitismo e intolleranza in Europa. L’obiettivo è attuare le misure necessarie per combattere la violenza, la discriminazione ed il pregiudizio, elaborando anche delle raccomandazioni politiche indirizzate a tutti gli Stati membri.
Le reazioni
La risposta del governo non si è fatta attendere. Dopo la pubblicazione del rapporto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scritto nei suoi profili social: “L’Ecri, organo del Consiglio d’Europa, accusa le forze di polizia italiane di razzismo? Le nostre forze dell’ordine sono composte da uomini e donne che, ogni giorno, lavorano con dedizione e abnegazione per garantire la sicurezza di tutti i cittadini, senza distinzioni“. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha dichiarato che “È inaccettabile che un’organizzazione internazionale, di cui non tutti hanno ancora ben compreso il ruolo, insulti donne e uomini che con dedizione ogni giorno mettono a rischio la loro vita per garantire la sicurezza dei cittadini”. Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha commentato il rapporto esprimendo il suo stupore al Capo della Polizia, prefetto Vittorio Pisani.