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In attesa della firma ufficiale sul nuovo Dpcm che dovrebbe ampliare le misure di contrasto alla pandemia di coronavirus, il ministro della Salute Roberto Speranza ha parlato davanti alla Camera dei Deputati anticipando alcuni punti del decreto e sostenendo che “l’Italia, insieme alla Germania, è quella che in Ue sta reggendo meglio la seconda ondata, ma non dobbiamo farci alcuna illusione”. Intanto però il voto decisivo slitta di un giorno.
Non è stato infatti possibile approvare la risoluzione a causa del mancato numero legale di voti in Aula. Il motivo nasce dalle assenze di 41 deputati della maggioranza, non in Aula perché in quarantena fiduciaria. Dopo le due positività al Coronavirus di lunedì 6 ottobre, il protocollo prevede l’avvio della procedura di sicurezza con tanto di tamponi e autoisolamento. La mancata approvazione del Dpcm, tuttavia, ha scatenato l’ovazione delle opposizioni a Montecitorio. “Non mi sembra mai una cosa da festeggiare“, il commento di Ettore Rosato, vicepresidente della Camera. Anche il Consiglio dei Ministri slitta ora a mercoledì.
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Speranza ha confermato, nel suo intervento, che il nuovo Dpcm confermerà tutte le misure anticontagio già previste fino a questo momento (distanziamento, divieto di assembramenti, disinfezione degli ambienti). Prevista inoltre la reintroduzione dell’obbligo delle mascherine all’aperto. Sarà inoltre prorogato, come anticipato nei giorni scorsi, lo stato d’emergenza fino al 31 gennaio. Ulteriormente smentite le voci sui locali pubblici: il decreto non imporrà orari di chiusura anticipati.
Il ministro della Salute ha inoltre aggiunto che, prima della firma sul documento da parte del premier Giuseppe Conte prevista per mercoledì, il Consiglio dei ministri si riunirà nella serata di martedì. Prima della riunione, si confronterà nuovamente con regioni, province e comuni.
È soprattutto il dialogo tra Stato e regioni uno dei nodi focali della prossima fase da affrontare, secondo Speranza: “Oggi la novità è che non c’è più una dinamica di territorialità, con una parte di Paese molto colpito e il resto colpito solo marginalmente, ma c’è una crescita diffusa e marginalizzata: nessuna regione può sentirsi fuori dai rischi” ha detto.
“Qui non c’entra la politica, non c’entrano destra e sinistra – ha ribadito Speranza – sarebbe sbagliato dividersi. Qui è la scienza che parla. Dobbiamo evitare una dinamica che possa mettere in pericolo il nostro Sistema sanitario nazionale. In due mesi siamo passati da 30 ricoveri in terapia intensiva a più di 300″.
Roberto Speranza ha poi parlato della situazione legata alle scuole. Una fonte di non poche preoccupazioni nel primo mese dal rientro in aula di studenti, docenti e personale Ata. “Penso che sia ancora presto per un giudizio definitivo sulla capacita del Paese di mantenere un livello basso di contagio nelle scuole – ha detto davanti ai deputati –, ma i primi numeri segnalano un impatto basso e buona capacita di tenuta”.
“I casi ci sono e ci saranno nelle prossime settimane – ha poi aggiunto – ma i protocolli che abbiamo individuato in questo momento sono solidi”.
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