Coronavirus, Conte: “Non ci sono condizioni per la normalità”

Al suo arrivo in Prefettura a Milano, il presidente del consiglio Giuseppe Conte è tornato sulle polemiche seguite all’annuncio del prolungamento delle misure restrittive anche nella cosiddetta Fase 2 della gestione dell’emergenza coronavirus. “Molti cittadini non sono contenti per le misure annunciate, lo stiamo vedendo – ha detto –. Questo è anche comprensibile perché tutti speravano di tornare presto alla normalità ma non ci sono le condizioni per tornare alla normalità. Lo dobbiamo dire in modo chiaro e forte”.

“La Fase 2 è quella di convivenza con il virus, non la fase della liberazione – ha spiegato Conte –. Questa situazione è partita da un solo paziente, oggi ci sono 105mila contagiati, ci sono ancora tanti nuovi casi in più, tanti decessi. Se affrontassimo questa fase in modo imprudente, la curva epidemiologica ci sfuggirebbe di mano”.

Le precisazioni sui ‘congiunti’

Una delle polemiche più accese riguarda la questione delle visite ai cosiddetti ‘congiunti’. Il governo ha chiarito che non si tratta solo di persone legate da rapporto di parentela, ma anche da stabili relazioni affettive, come i partner non sposati. “Congiunti è una forma un po’ ampia e generica, preciseremo tutto nelle ‘faq’ – ha affermato il premier –, ma non significa che si può andare a casa di amici a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive. Un quarto dei contagiati è negli appartamenti, nelle abitazioni private”.

Prima visita in Lombardia, risposta alle polemiche

Ha fatto discutere diffusamente anche il fatto che Conte si sia recato il Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza sanitaria, a quasi due mesi dall’esplosione dell’epidemia. Il presidente del consiglio ha così commentato: “La mia presenza qui in Lombardia avrebbe creato intralcio nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria. Questo è stato il primo momento utile per venire. Sarò qui (a Milano, ndr), a Bergamo, a Brescia, vorrei passare a Codogno e Lodi, non posso dimenticare Piacenza ma ritornerò presto, adesso è una fase in cui creo meno intralcio e fastidio agli operatori che stanno lavorando in questa emergenza”.

La discussione sulla riapertura dei luoghi di culto

Un’altra fonte di polemiche è il prolungamento della chiusura dei luoghi di culto, che ha creato malumori tra i vescovi. Conte si è detto rammaricato per la discussione: “Dispiace molto perché questo governo rispetta tutti i principi costituzionali. Dispiace creare un comprensibile rammarico della Cei. Ci siamo anche sentiti con il presidente Bassetti, non c’è un atteggiamento materialista da parte del governo, nessuna mancata sensibilità. C’è una certa rigidità del Comitato tecnico-scientifico, anche sulla base della letteratura che ha a disposizione sui contagi, che conferma come la pratica religiosa possa essere una delle fonti, dal punto di vista statistico, di possibili focolai.

“Siamo al lavoro per definire un protocollo di massima sicurezza – ha aggiunto Conte – per garantire a tutti i fedeli di poter partecipare alle celebrazioni liturgiche. Come è stato anticipato, ci sarà un’apertura per quel che riguarda le cerimonie funebri. Con questo protocollo, che proviamo a definire in pieno spirito di collaborazione con la Cei, definiremo un percorso di sicurezza anche nel loro interesse”.

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