“Con questo governo l’Italia sta dimostrando di poter essere protagonista in Europa. E questa consapevolezza non può non favorire la coesione tra le forze politiche di maggioranza e al loro interno“, lo afferma Giuseppe Conte in una lunga intervista concessa a ‘Repubblica’. Durante la quale il presidente del Consiglio si sofferma anche sul Mes.
Conte e il Mes: in cosa consiste il voto del 9 dicembre
Conte, che ha parlato direttamente con il direttore del quotidiano romano, Maurizio Molinari, si concentra tra le altre cose sul voto del 9 dicembre. Un voto che, ricorda, non sarà sull’attivazione del fondo salva-Stati. Bensì “su alcune sue modifiche che, grazie anche al contributo dell’Italia, sono servite a migliorare un meccanismo già esistente dal 2012“.
“L’Italia partecipa ai processi riformatori europei con un ruolo da protagonista e così sarà fino a quando avrò responsabilità di governo“, garantisce Conte. Secondo cui l’attuale esecutivo sta permettendo al nostro Paese “di poter essere protagonista in Europa“. “Questa consapevolezza – aggiunge il premier – non può non favorire la coesione tra le forze politiche di maggioranza e al loro interno“.
Maggioranza, ricostruzione e Coronavirus: i temi caldi
C’è anche un tema sempre molto caldo sull’equilibrio tra le diverse anime della maggioranza. E da cui, in qualche modo, dipende addirittura la tenuta del governo. Si tratta del malcontento di un’ala di esponenti pentastellati, che Conte garantisce però di non temere. “Le pulsioni anti-europeiste e le derive nazionaliste non hanno più spazio politico dopo che l’Europa è riuscita a rispondere alla pandemia con l’iniziativa del Recovery Fund“, ricorda Conte. Che poi illustra nuovamente le caratteristiche dell’intervento europeo: “Attraverso il meccanismo del debito comune, permetterà all’Italia di beneficiare di 209 miliardi“.
Chiaramente il presidente del Consiglio affronta anche il delicato tema dell’emergenza sanitaria. E sul Covid promette: “Combattiamo il virus e onoriamo chi non c’è più con l’impegno di mettere il Paese in sicurezza. Ma ora parte la ricostruzione“. Che verterà, nei piani di Conte, su “sei supermanager per 60 progetti“. L’Italia ora aspetta che i fatti diano seguito alle parole.