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“Con il Consiglio Nazionale abbiamo deliberato. Il Movimento 5 Stelle si oppone all’invio degli aiuti militari e alle controffensive che esulino da quello che è il perimetro del legittimo esercizio del diritto di difesa da parte dell’Ucraina. E cioè dell’articolo 51 della carta dell’Onu“. Così il leader del M5s, Giuseppe Conte, durante un punto stampa tenutosi presso la sede del Movimento a Roma.
Il no del M5s alle armi per l’Ucraina: Conte spiega
L’iniziativa del M5s a proposito della guerra in Ucraina, però, non si ferma qui. “Abbiamo chiesto anche al presidente Draghi e al ministro Guerini di venire a riferire in Parlamento – ha spiegato Conte –. In questo modo ci sarà piena condivisione di questo indirizzo politico e ci sarà piena possibilità di conoscere gli interventi programmatici del Governo“.
Conte ha poi voluto chiarire in che cosa consista esattamente il “no” del M5s e che questo non incide sulla permanenza nel Governo: “Non ho parlato di disimpegno per quanto riguarda le armi in generale. Ci opponiamo ad aiuti militari che non siano nella logica difensiva. Il nostro contributo non spacca la maggioranza, non vogliamo l’escalation militare: questa è la nostra linea del Piave. Noi voteremo conseguentemente, se ci sarà un voto in aula“.
Il nodo di un’escalation militare e il caso Petrocelli
“Noi non vogliamo favorire un’escalation militare. Vogliamo anzi che l’Italia partecipi attivamente e sia protagonista dei negoziati diplomatici – ha ribadito Conte –. In questo modo ci orientiamo verso una soluzione politica, che sia giusta ed equilibrata. E che si basi sul rispetto del diritto internazionale. Cercheremo una piena condivisione del Governo affinché in tutti i consessi porti questa premura e questo indirizzo politico. Perché una escalation militare potrebbe assumere proporzioni sempre più vaste e incontrollabili“.
Ultima, delicata questione è quella di Vito Petrocelli. Senatore M5s e Presidente della III Commissione permanente Affari Esteri, era finito nell’occhio del ciclone per aver celebrato il 25 aprile e la Liberazione con la “Z” simbolo dell’esercito russo. “Oggi abbiamo parlato anche di Vito Petrocelli e abbiamo confermato che ci sarà una modifica del regolamento. Ciò permetterà la sua espulsione dal gruppo parlamentare, e ho chiesto mandato per l’espulsione anche dal Movimento. Pronti a dimetterci dalla commissione Esteri del Senato? Decisione che va presa con gli altri gruppi“, ha concluso Conte.