Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid, cos’è e chi ne fa parte

Nata per fare luce su quanto avvenuto durante la pandemia, la commissione è composta da 15 parlamentari appartenenti a vari partiti

Il Governo Meloni vuole fare luce su quanto avvenuto durante la pandemia di Coronavirus ed è per questo motivo che ha istituito una commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza sanitaria e sulle misure adottate per prevenirla e affrontarla. Il tutto è in linea con l’articolo 82 della Costituzione, che stabilisce che “ciascuna Camera può disporre inchieste su materie di pubblico interesse”. Nelle scorse ore, il presidente del Senato Ignazio la Russa ha chiamato 15 parlamentari a far parte della commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid.

Chi fa parte della commissione d’inchiesta?

Della Commissione parlamentare fanno parte anche i capigruppo di Fratelli d’Italia (FdI), Lega, Partito Democratico (Pd), Movimento 5 Stelle (M5s) e Alleanza Verdi Sinistra (Avs). Ecco l’elenco completo: Alfredo Bazoli (Pd), Gianni Berrino (FdI), Francesco Boccia (capogruppo del Pd), Claudio Borghi (Lega), Peppe De Cristofaro (presidente del gruppo Misto di Avs), Guido Liris (FdI), Marco Lisei (FdI), Lucio Malan (capogruppo di FdI), Raffaella Paita (Italia viva), Stefano Patuanelli (capogruppo di M5s), Massimiliano Romeo (capogruppo della Lega), Licia Ronzulli (vice presidente del Senato di Forza Italia), Luigi Spagnolli (Aut), Francesco Zaffini (FdI) e Ignazio Zullo (FdI).

Claudio Borghi in senato
Claudio Borghi in senato | ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI – Newsby.it

Tra i nomi coinvolti stanno facendo discutere soprattutto quelli del leghista Claudio Borghi e dell’esponente di FdI Lucio Malan. Il primo è noto per le sue posizioni no vax, mentre il secondo è sempre stato molto critico nei confronti della gestione della pandemia da coronavirus e in passato aveva più volte chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta. “Nessuno vuole creare le condizioni per un processo politico con intenti vendicativi, ma oggi – anche alla luce di quanto emerge dall’inchiesta di Bergamo – bisogna davvero fare luce su quanto accaduto durante la pandemia da coronavirus, per evitare in futuro di ripetere gli stessi errori”, aveva dichiarato Malan nel corso di un’intervista con Il Giornale.

Gli obiettivi previsti

La commissione parlamentare è stata creata per valutare l’efficacia, la tempestività e i risultati delle misure adottate dai Governi Conte e Draghi per contrastare, prevenire e ridurre la diffusione e l’impatto del coronavirus Sars-CoV-2. Un altro dei suoi obiettivi è esaminare i documenti, i verbali degli organi collegiali, gli scenari di previsione e gli eventuali piani sul contagio da Sars-CoV-2 elaborati nel periodo pandemico. La commissione sarà anche chiamata ad accertare le ragioni del mancato aggiornamento del Piano nazionale di preparazione e risposta a una pandemia influenzale redatto nel 2004 e a svolgere accertamenti di vario genere, andando a verificare, per esempio, il rispetto delle normative nazionali, europee e internazionali in materia di emergenze epidemiologiche.

Le proteste precedenti alla nascita della commissione

I membri della commissione sono stati scelti da La Russa dopo svariati mesi di stallo, dovuti soprattutto alla decisione dei partiti di minoranza di non indicare i propri rappresentanti. Lo scorso febbraio, l’ex ministro Dario Franceschini aveva invitato le opposizioni a disertare i lavori dell’organismo, perché, secondo lui, la maggioranza intendeva usarlo “come un tribunale politico” e avrebbe potuto trasformarsi in “un precedente pericoloso”. Commentando l’appello del senatore democratico, la deputata di Azione Elena Bonetti aveva dichiarato quanto segue: “Non ci faremo trascinare nel tribunale politico di un governo sui governi precedenti”. Aveva aggiunto: “Non siederemo in una commissione istituita con una legge che non a caso le impedisce di appurare le responsabilità anche di Regioni, Comuni e ospedali” durante la pandemia, ma che “in compenso si arrogherà le competenze per valutare la bontà del metodo con cui la scienza ha validato i vaccini a livello europeo”.

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