Un ex calciatore sindaco di una grande città italiana? Può sembrare una boutade, ma secondo quanto emerso da un’intervista rilasciata a La Stampa è decisamente probabile. Claudio Marchisio è l’homo novus della politica italiana secondo le intenzioni del Partito Democratico, che starebbe lavorando a una sua candidatura in occasione delle elezioni amministrative a Torino.
Puntando sul rinvio della tornata elettiva a dopo l’estate e alla ricerca di un candidato che ne esprima le idee e gli obiettivi, il Pd avrebbe pensato all’ex centrocampista della Juventus e della Nazionale italiana per la ‘battaglia’ elettorale contro il candidato del centrodestra Paolo Damilano e quello del Movimento 5 stelle ancora da confermare (visto che Chiara Appendino ha già dichiarato di non volersi ricandidare).
Claudio Marchisio, da ‘Principino’ sul campo a candidato sindaco?
Classe 1986, Marchisio (soprannominato ‘Principino’ per il bell’aspetto, l’eleganza e l’educazione) non ha mai nascosto il suo interesse per questioni politiche, e ha rivelato più volte l’intenzione di intraprendere studi specifici in tal senso. I suoi profili social sono ricchi di considerazioni su temi caldi come l’immigrazione, il razzismo, le diseguaglianze sociali, il revenge porn. Più recentemente ha manifestato solidarietà nei confronti di Liliana Segre, bersaglio dell’odio social dopo aver ricevuto il vaccino anti-Covid.
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Marchisio ha sempre biasimato chi intima agli sportivi di “stare zitti e pensare solo a giocare”. Nell’intervista a La Stampa ha manifestato apprezzamento per il nuovo premier Mario Draghi, definendo il suo arrivo “una boccata d’aria fresca”. “Si diceva: restiamo uniti – le parole dell’ex bianconero –. Non è successo. Ecco perché dico che per fortuna c’è lui”.
L’avvicinamento al Pd non è casuale, ma anche il candidato del centrodestra Paolo Damilano ha provato a ‘corteggiarlo’, come lo stesso Marchisio ha dichiarato: “Ci siamo incontrati, ma anche questa non è una novità. Ci conosciamo da anni, e poi io non dico mai di no a chi cerca il confronto con me. C’è sempre da imparare. Ma idealmente mi colloco nell’altro campo“, quello del centrosinistra.
Calcio e politica, non pochi i precedenti
La candidatura di Marchisio non sarebbe il primo avvicinamento alla politica da parte di un personaggio del mondo del calcio. Dai tempi di Paolo Sollier (capistipite dei calciatori impegnati in politica, originario tra l’altro proprio del Torinese), che negli anni ’70 fu uno dei membri più noti di Avanguardia operaia, sono numerosi i casi di calciatori o ex calciatori impegnati in ruoli più o meno rilevanti a livello locale e nazionale.
Gianni Rivera, bandiera del Milan anni ’60 e ’70, è stato ad esempio parlamentare di Democrazia Cristiana prima e Ulivo poi nell’arco di quattro legislature (dal 1987 al 2001). In Parlamento ci è finito anche Massimo Mauro, centrocampista fra le altre di Juventus e Napoli a cavallo tra gli anni ’80 e ’90’, eletto alla Camera nelle liste dell’Ulivo nel 1996 e dieci anni dopo consigliere comunale a Torino tra le file dello stesso partito. Meno efficace, invece, il tentativo di Marco Tardelli, campione del mondo 1982. Candidato alle europee nel 2014 per il Pd, non riuscì ad ottenere i voti necessari per raggiungere Strasburgo.
C’è poi chi ha dedicato la sua attività politica post-calcistica alla politica locale come Carlo Nervo: famoso soprattutto per i suoi trascorsi con la maglia del Bologna tra il 1994 e il 2007 (con una breve parentesi a Catanzaro nel 2005), è stato sindaco della cittadina di Solagna, nel Vicentino, dal 2009 al 2014.
All’estero, poi, hanno avuto notevole successo politico due ex calciatori del Milan, Kakha Kaladze e George Weah. Il primo è sindaco di Tbilisi dal 2017 e in precedenza è stato deputato, vicepremier e Ministro dell’Energia della Georgia. Il secondo è presidente della Repubblica di Liberia dal 22 gennaio 2018, dopo aver sconfitto al ballottaggio il vicepresidente uscente Joseph Boakai.
Marchisio candidato sindaco? “Ci va qualche competenza in più”
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Non tutti i torinesi, però, sono convinti che la scelta di candidare l’ex centrocampista della Juventus possa rivelarsi una mossa vincente. “Non so che competenze abbia, potrebbe fare l’assessore allo sport“, dice un abitante del capoluogo piemontese. “È una persona seria, intelligente, ma sa quando uno entra in politica? E poi io non voto Pd“, spiega un altro. E ancora: “La società civica deve esprimersi ma quando la politica ci si rivolge è perché ha fallito“. “Ci va qualcosa di più, siamo messi male, a parte il coronavirus, la gestione del M5S ha aperto voragini istituzionali ed economiche“, conclude uno degli intervistati.