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Luigi Sbarra è il nuovo segretario generale della Cisl. Lo ha eletto il Consiglio generale della Confederazione Italiana Sindacati Lavoratori, riunito a Roma al Palazzo dei Congressi. Sbarra, 61 anni, prende il posto di Annamaria Furlan, che lascia la guida del sindacato di via Po dopo quasi sette anni. La sua elezione alla guida del sindacato si è rivelata un vero e proprio plebiscito: Sbarra, infatti, è stato eletto con 168 voti su 173 presenti.
Luigi Sbarra, chi è il nuovo segretario generale della Cisl
Nato a Pazzano, in provincia di Reggio Calabria, sessantuno anni fa, Luigi Sbarra ha iniziato la propria esperienza sindacale a Locri, come operatore territoriale della Fisba Cisl, la Federazione dei braccianti agricoli. A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 ha prima guidato la Cisl del Comprensorio Locrideo e poi la rappresentanza della Provincia di Reggio Calabria. Quest’ultima esperienza è durata fino al 2000.
All’inizio del nuovo millennio è arrivato al vertice della Cisl Calabria, ricoprendo il ruolo di segretario generale fino al mese di dicembre 2009. Ha poi fatto parte dal 2010 della Segreteria Confederale Nazionale della Cisl e dal 28 marzo 2018 è stato segretario generale aggiunto, prima dell’elezione di oggi. Tra gli obiettivi raggiunti, quelli legati a rinnovi contrattuali e tutela dei diritti dei lavoratori dei settori dell’industria e della trasformazione alimentare, dell’agricoltura e dei comparti ambientali.
Le prime parole da segretario generale: “Subito proroga al blocco licenziamenti”
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A margine della sua elezione a segretario generale, Sbarra ha subito chiarito i suoi obiettivi. “Dobbiamo impegnarci per unire il Paese contrastando le diseguaglianze sociali, territoriali e geografiche – ha detto –. Bisogna investire sul lavoro. Pensiamo inoltre che oggi la vera grande priorità sia prorogare il blocco dei licenziamenti“.
“C’è da mandare in avanti il piano vaccinazioni. Dobbiamo discutere del tema dell’approvvigionamento e dell’apertura dei centri di vaccinazione – ha poi aggiunto il nuovo leader della Cisl -. Poi bisogna fare una grande grande operazione di redistribuzione dei redditi cambiando il sistema fiscale”.