Il responsabile del dicastero potrebbe essere coinvolto in un eventuale rimpasto, il primo da quando il governo Meloni è nato nel 2022
La permanenza di Gennaro Sangiuliano al ministero della Cultura sembra appesa a un filo. Il recente scandalo causato dai post pubblicati da Maria Rosaria Boccia, influencer con la quale il ministro ha ammesso di aver avuto una relazione sentimentale, potrebbe spingere Giorgia Meloni, la presidente del Consiglio, ad andare verso un rimpasto che, oltre a Sangiuliano, potrebbe coinvolgere un paio di altri nomi. Tra questi c’è senz’altro quello di Raffaele Fitto, sempre più vicino alla carica di commissario europeo.
Quanto sono probabili le dimissioni di Sangiuliano?
Per il momento Sangiuliano ha dichiarato che la premier ha respinto la richiesta di dimissioni che lui stesso ha presentato, ma con il passare delle ore la posizione del ministro della Cultura sembra farsi sempre più traballante e ciò potrebbe bastare a spingere Meloni a cambiare idea, soprattutto se dovessero emergere prove di un uso improprio dei fondi pubblici.
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Dopotutto, su Instagram Boccia ha dichiarato quanto segue: “Mi è sempre stato detto che il ministero rimborsava le spese dei consiglieri, tanto che tutti i viaggi sono sempre stati organizzati dal Capo segreteria del ministro”. In attesa di ulteriori sviluppi, può essere utile capire chi potrebbe potenzialmente sostituire Sangiuliano nel ruolo di ministro della Cultura.
Il totonomi
Secondo varie voci di corridoio, uno dei possibili nomi presi in considerazione è quello di Alessandro Giuli, il presidente della Fondazione Maxxi, che nelle ultime ore è entrato all’interno del ministero della Cultura senza rilasciare alcuna dichiarazione ai giornalisti. Altri probabili eredi di Sangiuliano sono lo storico e saggista Giordano Bruno Guerri, il direttore generale della Rai Giampaolo Rossi e il presidente della Biennale di Venezia Pietrangelo Buttafuoco. La Lega, invece, sembrerebbe propensa a sostituire Sangiuliano con la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni.
La volontà di salvare Sangiuliano (almeno per un po’)
Appare probabile che Meloni farà il possibile per evitare o rimandare il più possibile la sostituzione di Sangiuliano, perché il 19 settembre inizierà il G7 Cultura e arrivarci con un ministro in carica da pochi giorni non aiuterebbe il governo a mostrare la propria forza a livello internazionale. Chiaramente l’eventuale diffusione di nuove prove compromettenti potrebbe forzare la mano della Premier.
Quali altri ministri potrebbero essere coinvolti nel rimpasto di governo?
Oltre a Sangiuliano, anche la ministra del Turismo Daniela Santanchè potrebbe essere coinvolta in un eventuale rimpasto nel caso in cui dovesse essere rinviata a giudizio per il caso Visibilia. Discorso diverso per il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il PNRR Raffaelle Fitto, che lascerebbe libera la poltrona solo per svolgere il ruolo di commissario europeo nel secondo collegio guidato da Ursula von der Leyen. Potenzialmente, gli spazi vuoti sono quindi tre e i principali partiti della maggioranza, ossia Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, potrebbero avere idee diverse su come riempirli.
Di certo il governo Meloni appare meno solido rispetto a qualche mese fa e qualche cambiamento interno potrebbe rivelarsi necessario per arrivare al termine della legislatura senza affrontare delle crisi ancora più gravi. Per ora la coalizione pare ancora abbastanza solida, ma la storia (recente e meno recente) ha dimostrato che a volte basta poco per far crollare tutto.
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