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“Il prossimo rinnovo dell’organo di autogoverno, il Consiglio superiore della magistratura, non può avvenire con le leggi attuali. E questo mi sembra condiviso da tutti“. Lo ha detto la ministra della Giustizia, Marta Cartabia, intervenendo al Palazzo di Giustizia di Milano. La guardasigilli ha sottolineato l’imprescindibilità delle riforme della giustizia, “necessarie e urgenti“. Tra cui, appunto, quella dell’ordinamento giudiziario e del Csm.
“Abbiamo rielaborato la parte relativa al Pnrr. Impresa non facile, data la severità della Commissione europea – ha sottolineato la ministra Cartabia –. Abbiamo anche portato in dirittura d’arrivo alcune riforme importanti, da concludersi almeno per la parte governativa entro il mese di luglio“.
Attenzione particolare è stata rivolta alle riforme del processo civile. Che, secondo la ministra Cartabia, sono “a volte ingiustamente sottovalutate, soprattutto nel dibattito pubblico, visto invece quanto frequentemente intersecano le domande dei cittadini e i bisogni delle imprese“. Tali riforme “sono già state licenziate dal Governo e sono ora incardinate al Senato. Gli emendamenti, forti di un corredo di 60 milioni di euro per favorire gli sgravi fiscali, sono stati depositati in Commissione Giustizia. Confidiamo che possano avere il via libera prima dell’estate“.
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“La responsabilità del settore della giustizia è enorme – ha ricordato Cartabia –. Se mancheremo noi, mancherà tutto il Paese. Si apre un tempo di grande cambiamento, in cui tutti dovremo adeguare le nostre abitudini al nuovo contesto“. La ministra della Giustizia ha quindi indicato un esempio virtuoso a cui ispirarsi: “Non dimentichiamo il Ponte di Genova. È stato ricostruito in due anni, con un cantiere che ha lavorato giorno e notte anche in piena pandemia. Noi siamo chiamati a costruire il nostro Ponte di Genova della giustizia“.
“Gli obiettivi sono davvero impegnativi. Ed è il Pnrr a indicare i nostri obiettivi. In cinque anni dobbiamo abbattere del 25% i tempi dei procedimenti penali rispetto al 2019. E, in cinque anni, dobbiamo abbattere del 40% i tempi di definizione del processo civile“, ha spiegato la ministra Cartabia.
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