“Stiamo piantando nuovamente le tende”. Gli universitari tornano a protestare contro il caro-affitti. Già, perché le settimane trascorse prima dell’estate a “campeggiare” fuori dagli atenei per reclamare alloggi a misura di studente, non sembrano aver sortito gli effetti sperati.
“Il Governo continua ad ignorare il caro studi e la crisi abitativa, senza attuare alcuna soluzione concreta. Ci sentiamo traditi rispetto alle promesse che avevamo ricevuto prima dell’estate“, ha spiegato l’Unione degli universitari.
“Il governo dorme, ma noi dove dormiamo?”, si legge sul grande striscione esposto davanti alle tende in piazzale Aldo Moro, difronte alla Sapienza di Roma.
Oggi dall’università della Capitale ha preso il via ufficiale la mobilitazione nazionale dell’Udu, che durerà tutta la settimana, portando tende, flash mob e presìdi in 25 città universitarie di tutto il Paese. Le prime iniziative sono partite, oltreché a Roma, a Milano, Lecce, Palermo, Torino, Bologna e Perugia. Nei prossimi giorni si aggiungeranno altre città.
“Vorrei un futuro qui”
Lo slogan scelto è “Vorrei un futuro qui“. I giovani chiedono misure urgenti che permettano loro di studiare e lavorare in Italia, senza dover emigrare all’estero.
Con gli studenti anche una delegazione dei partiti di opposizione, dal Partito democratico al Movimento 5 Stelle passando per Azione. Presenti anche diversi dirigenti della Cgil e della Flc Cgil oltre ad associazioni come il Moige, Movimento italiano genitori, e il Codacons, che ha aperto una pagina sul proprio sito per fornire informazioni e aiuto agli universitari.
Cosa chiedono gli studenti
Gli studenti chiedono alla premier Giorgia Meloni e alla ministra dell’Università Anna Maria Bernini di trovare urgentemente 2 miliardi per intervenire su alloggi pubblici, affitti, borse di studio, salute mentale e caro libri.
E di “smettere di sprecare le risorse del Pnrr per gli alloggi privati che costano 700 euro al mese. Vogliamo che i posti letto finanziati dal Pnrr siano accessibili a tutti. Noi invitiamo la ministra Bernini a venire a trovarci, per confrontarsi con noi sulla prossima legge di bilancio e sul Pnrr. Vogliamo raccontarle le difficoltà degli studenti fuorisede che non riescono a pagare l’affitto”, ha spiegato la coordinatrice nazionale dell’Udu Camilla Piredda
“A causa di decenni di mancati investimenti sul sistema del diritto allo studio e della didattica gli studi universitari sono sempre più inaccessibili. Abbiamo calcolato che studiare da fuorisede arrivi a costare oltre 10mila euro all’anno”.
Studenti di nuovo in tenda
Questa mattina gli studenti sono tornati in tenda anche davanti all’università Statale di Milano. “Nulla è cambiato: dalle istituzioni, dal governo alle amministrazioni comunali sono arrivate soltanto finte promesse o insufficienti contentini, che non mettono in discussione i paradigmi che hanno prodotto e che continuano ad alimentare questa crisi”.
Gli universitari di “Cambiare Rotta” hanno annunciato un’assemblea pubblica in programma il 28 settembre alla Statale e una mobilitazione nazionale per il 19 ottobre con Asia Usb e il Movimento per il diritto all’abitare.
L’indagine di Osservatorio Futura
A confermare la precarietà in cui versano gli studenti italiani, l’indagine “Giovani e diritto allo studio”, realizzata dall’Osservatorio Futura, per conto di Cgil, Udu e Rete degli studenti medi. Quello che ne emerge è un quadro “allarmante”, dice Lara Ghiglione, segretaria confederale della Cgil, con il 54% degli intervistati che si dichiara in difficoltà economica. Mentre solo il 10% pensa che il diritto allo studio sia garantito.
Secondo l’indagine, la spesa media annuale per l’istruzione è di 1.782 euro dai 6 ai 16 anni e aumenta notevolmente per gli studenti universitari, con grandi differenze tra le diverse aree del Paese. Per il 90% del campione il supporto dei genitori è determinante per poter proseguire gli studi. Per il 43% le disparità legate alle condizioni economiche sono al primo posto tra i fattori di esclusione dal diritto allo studio. Tra le cause ci sono anche le disuguaglianze a livello geografico (17%).
Quando si chiede quale sia la sfida principale che i giovani devono affrontare per poter studiare, il 61% del campione risponde il costo elevato della vita (affitti, mense, libri, trasporti). È dunque sul caro vita, osserva la ricerca, che devono concentrarsi le politiche pubbliche.
Emerge con forza in tutte le città universitarie anche il tema della casa e degli alloggi. Appena il 14% del campione dichiara di non interessarsi al problema. Le preoccupazioni principali sono la difficoltà nell’avere stabilità lavorativa (31%) e i salari bassi (20%).
Di conseguenza il futuro appare carico di inquietudini e incertezze: solo il 10% pensa che la condizione economica dei giovani migliorerà, mentre per il 30% peggiorerà nettamente.