“Beppe Grillo ha fatto la sua scelta, essere il padre padrone della sua creatura”. Questa la conclusione amara di Giuseppe Conte, che appena 24 ore prima aveva teso la mano al fondatore del Movimento 5 Stelle, sperando di avere a che fare con un “genitore generoso”, pronto a lasciare libera la sua creatura. Così non è stato e per l’ex presidente del Consiglio “è la riprova che l’attuale statuto necessitava di un deciso salto di qualità in termini di democrazia interna”. Per questo, si è sfogato Conte, “per quattro mesi ho lavorato a un progetto politico serio e credibile”. Aggiungendo poi, in forma pubblica: “Questa svolta autarchica credo sia una mortificazione per una intera comunità che io ho conosciuto bene e apprezzato di ragazze e ragazzi, persone adulte che hanno creduto in certi ideali. È una grande mortificazione per tutti loro”.
La scelta di Beppe Grillo di tornare con Davide Casaleggio e di indire il voto sulla piattaforma Rousseau viene vista da Conte come “uno sfregio”, se non addirittura “un boomerang” per il comico genovese. Non è infatti un mistero che gran parte dei parlamentari erano ben felici di essersi liberati di Casaleggio e della sua (costosa) piattaforma digitale e non hanno alcuna voglia di tornare al passato.
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In tanta incertezza, una certezza c’è ed è che Conte non tornerà a insegnare diritto privato a Firenze. Si è appassionato alla politica e non sarà certo l’epitaffio di Grillo a fargli cambiare idea. Nel frattempo l’“avvocato del popolo” ha rilasciato delle laconiche dichiarazioni fuori dalla propria abitazione dopo un allenamento di tennis. “La partita? Era un allenamento. Futuro? Non mi fate commentare, ho già detto. Vi terrò informati”. I parlamentari che guardano a lui lo sanno bene, tanto che sono in molti a sperare che Conte torni sui suoi passi e prenda in considerazione di candidarsi alle elezioni suppletive di Roma per un seggio alla Camera. “Non finisce qui”, ha scritto su Twitter l’onorevole Michele Gubitosa. E la scissione, ormai, non può più essere minimamente esclusa.
“Beppe Grillo ha indetto la votazione del comitato direttivo impedendo una discussione e una valutazione della proposta di riorganizzazione e di rilancio del MoVimento 5 Stelle alla quale Giuseppe Conte ha lavorato negli ultimi mesi, su richiesta dello stesso Beppe. Pur rientrando fra le sue facoltà indire la votazione, non concordo con la sua decisione. Il voto, tuttavia, non potrà avvenire sulla piattaforma Rousseau, poiché questa è inibita al trattamento dei dati degli iscritti al MoVimento. Inoltre, consentire ciò violerebbe quanto disposto dal Garante della Privacy”. Lo scrive su Facebook Vito Crimi, capo politico e senatore M5S.
“Gli avvenimenti di questi giorni, in particolare delle ultime ore, mi inducono ad una profonda riflessione sul mio ruolo nel Comitato di Garanzia e sulla mia permanenza nel MoVimento. Manterrò le mie funzioni per il tempo utile a consentire gli adempimenti necessari allo svolgimento delle prossime consultazioni”, aggiunge Crimi.
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