Mentre proseguono i lavori sulla legge di Bilancio, nella serata di ieri, domenica 20 novembre, la Lega ha presentato una proposta di legge alla Camera che prevede un bonus matrimonio fino a 20mila euro. In un primo momento sembrava che potesse beneficiarne solo chi si sarebbe sposato in chiesa, ma di fronte alle critiche non è mancato un chiarimento su questo punto. Domenico Furgiuele, vicecapogruppo della Lega, ha spiegato che “la proposta di legge a mia firma, volta a incentivare il settore del wedding, che per questioni di oneri prevedeva un bonus destinato ai soli matrimoni religiosi, durante il dibattito parlamentare sarà naturalmente allargata a tutti i matrimoni, indipendentemente che vengano celebrati in chiesa oppure no”.
Il chiarimento del governo
Ieri sera, fonti di Palazzo Chigi hanno precisato che la proposta è un’iniziativa parlamentare e non è allo studio del governo. Hanno aggiunto che “nell’ambito di un quadro finanziario complesso, l’Esecutivo è al lavoro per sostenere la famiglia con misure corrette e realizzabili, che saranno contenute nella legge di bilancio”. Guido Crosetto ha ribadito che “il bonus matrimonio non fa parte della manovra, è la proposta presentata da un deputato. Non è mai passato in mente a Palazzo Chigi di dare un premio a chi si sposa in Chiesa, non è un tema che interessa a uno stato laico”. La proposta è stata depositata da Furgiuele assieme a Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Erik Pretto.
Bonus matrimonio, le critiche dell’opposizione
Proprio come Crosetto, anche vari esponenti dell’opposizione hanno sottolineato come non ci sia posto per una proposta di legge del genere in uno stato laico. Benedetto della Vedova, esponente di Più Europa, ha dichiarato che il bonus matrimonio “si inserisce nel filone dei bonus per qualsiasi cosa e, di per sé, non è così originale. A qualificarla nel solco reazionario della destra sovranista è il fatto che andrebbe riservato a italiane e italiani da almeno 10 anni e che scelgono il matrimonio religioso, rigorosamente etero: una perla di analfabetismo costituzionale”. Enrico Borghi, senatore del PD, ha ricordato a tutti che “chi crede in certi valori, non ha bisogno per testimoniarli della mancia corroborante: roba da mercanti del Tempio”. Non sono mancate delle critiche neppure da parte di Mara Carfagna: “Siamo ancora al Papa Re”. Simona Malpezzi, infine, ha parlato di “proposta assurda e di manovra populista”.