Bonus 600 euro, Di Maio: “Niente privacy per chi ha sbagliato”

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“I parlamentari M5s stanno firmando una delibera per rinunciare alla privacy sulla questione del bonus”. L’annuncio arriva dal Ministro degli Esteri, nonché volto di punta del movimento 5 stelle, Luigi Di Maio, in un video pubblicato sul suo profilo Facebook. Di Maio, inoltre, ha invitato i cittadini a verificare le posizioni dei parlamentari pentastellati, dichiarando: “I responsabili, di qualsiasi partito siano, devono venire fuori e poi si devono dimettere“.

Cinque i deputati sotto accusa

Il caso è scoppiato negli ultimi giorni, dopo che il quotidiano La Repubblica ha rivelato che cinque deputati avevano fatto richiesta per il bonus destinato alle partite Iva durante i mesi di lockdown. Secondo quanto poi riportato dalla stessa fonte, i sospetti ricadrebbero su tre parlamentari della Lega, uno di Italia Viva e uno proprio del Movimento 5 stelle. Le indiscrezioni, però, non hanno ricevuto conferma ufficiale e resta, oltre all’indignazione, anche l’invito bipartisan ad uscire allo scoperto.

Lo stesso Di Maio aveva reagito con un durissimo post alla prima pubblicazione della notizia. “Evidentemente non gli bastavano i quasi 13mila euro netti di stipendio al mese – queste le parole del ministro degli Esteri -, non gli bastavano tutti i benefit e privilegi di cui già godono. È vergognoso. È davvero indecente. I nomi di queste cinque persone sono coperti dalla legge sulla privacy. Bene, siano loro allora ad avere il coraggio di uscire allo scoperto. Chiedano scusa agli italiani, restituiscano i soldi e si dimettano, se in corpo gli è rimasto ancora un briciolo di pudore”.

Altri duemila amministratori locali hanno richiesto il bonus 600 euro

Oltre ai cinque parlamentari, l’Inps ha rivelato che circa duemila amministratori locali hanno fatto richiesta del bonus, un aspetto che ha riacceso le polemiche sulle possibilità di accesso ai 600 euro, soprattutto nei mesi di marzo e aprile quando era sufficiente dimostrare di avere una partita Iva per poterne fare richiesta. Da maggio, invece, si è attivata una norma che prevede che il richiedente dimostri formalmente il calo del fatturato.

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