A cavallo del millennio sono stati non solo due fieri rivali alle urne, ma hanno anche incarnato il concetto stesso di bicameralismo. Sono Romano Prodi e Silvio Berlusconi, che dal 1994 al 2011 si sono alternati a capo del Governo (con i brevi intermezzi di Dini, Amato e quello più consistente di Massimo D’Alema). Ma che ora sembrano più uniti di quanto non lo siano mai stati.
Il sostegno di Prodi a Berlusconi
Sono lontani i tempi in cui l’Italia entrava nell’euro con il Governo guidato dall’Ulivo, e il Polo delle Libertà prometteva “meno tasse per tutti” in un manifesto elettorale passato alla storia. Eppure, ora che Berlusconi è tornato agli onori della cronaca per la nuova fase del processo Ruby, è stato proprio Prodi a mandargli un messaggio di sostegno. Tendendogli, è il caso di dirlo, un vero e proprio ramoscello d’ulivo.
“Proporre una perizia psichiatrica per Berlusconi è una delle ennesime follie dell’Italia“, è il severo giudizio di Prodi. L’ex presidente del Consiglio ha rilasciato tali parole a Giovanni Minoli, che lo ha intervistato nel corso della cerimonia per la consegna del Premio Cavour. Ma non è tutto, perché l’ex leader del centrosinistra ha detto anche altro a proposito dell’antico rivale elettorale. “Ha il merito di avere spostato Forza Italia verso una linea europea. Potrebbe aspirare al Premio Cavour? Questo dipende dalla giuria, non da me“, sono state le sue parole.
Il processo Ruby Ter e i problemi di salute
Il caso nasce dal nuovo filone del processo Ruby Ter, con il Tribunale di Milano che appunto ha presentato la richiesta di accertare le condizioni di salute di Berlusconi. E la perizia medico-legale riguardava appunto le condizioni anche mentali del fondatore di Forza Italia. Una richiesta respinta al mittente e che, oltre a quella di Prodi, ha generato la solidarietà anche di Matteo Renzi, Antonio Tajani e Maria Stella Gelmini.
Gli ultimi mesi hanno presentato diverse complessità a livello di salute per Silvio Berlusconi. Frequenti sono stati infatti i suoi ricoveri all’Ospedale San Raffaele di Milano, a partire dal contagio Covid risalente alla fine dell’estate 2020.