Banche dati dello Stati violate, chi è coinvolto nell’inchiesta

Nella rete di hacker per lo spionaggio industriale sarebbero finiti anche le più alte cariche dello Stato: sarebbe stato clonato un indirizzo email assegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Emergono nuovi dettagli dell’inchiesta sulla presunta attività di dossieraggio ad opera di un’organizzazione di hacker ed ex appartenenti alle forze dell’ordine, condotta dai pm Francesco De Tommasi, dall’aggiunto Alessandra Dolci e dal Procuratore Marcello Viola, in collaborazione con Antonio Ardituro della Dna, guidata da Gianni Melillo. Il gruppo, al centro dell’indagine, godrebbe “di appoggi di alto livello in vari ambienti, anche quello della criminalità mafiosa e quello dei servizi segreti, pure stranieri“, scrive negli atti De Tommasi. “Gli indagati spesso promettevano e si vantavano di poter intervenire su indagini e processi”, continua il pm.

Il sistema e i coinvolti

Come si legge in una nota diffusa dal procuratore Viola si tratterebbe di un'”organizzazione dedita principalmente, per finalità di profitto economico e di altra natura, all’esfiltrazione di dati e di informazioni (sensibili e segrete) conservati nelle banche dati strategiche nazionali”.

Ignazio La Russa
Ignazio La Russa | ANSA/ANGELO CARCONI – Newsby.it

Le società e gli individui coinvolti hanno acquisito in maniera illecita quantità enormi di informazioni personali e riservate per poi rivenderle a grossi clienti del mondo dell’imprenditoria e non solo. La Dda di Milano e la Dna hanno scoperto questo sistema che coinvolge diversi nomi di spicco della politica. Tra le società coinvolte c’è Equalize.

Equalize

La società è finita nel mirino della Direzione distrettuale antimafia di Milano. I fascicoli top secret rubati da Equalize Srl, società di sicurezza e investigazioni, con sede a Milano, sono 800mila. Gli hacker, che avrebbero anche clonato una mail di Sergio Mattarella sostenevano: Possiamo sputtanare tutta l’Italia“. Sono stati posti agli arresti domiciliari l’ex poliziotto Carmine Gallo, amministratore delegato della società, Nunzio Calamucci, Massimiliano Camponovo e Giulio Cornelli. Il pm De Tommasi ha spiegato che la presunta associazione a delinquere gode di appoggi di alto livello, anche nei servizi segreti stranieri. In una conversazione intercettata tra Calamucci e Gallo il primo spiega al secondo l’organizzazione interna. Secondo la Procura le associazioni sono riuscite in poco tempo a mettere in piedi un vero proprio traffico illegale di dati illeciti grazie alla struttura che prevede che ogni collaboratore abbia contatti sia nelle forze dell’ordine che nelle altre pubbliche amministrazioni. Equalize è riuscita ad accedere al Sistema d’Indagine informatico (Sdi) della polizia rubando dati importanti e riservati. La banca dati, nata nel 1981, raccoglie segnalazioni, querele e dati giudiziari su nominativi. 

Secondo alcuni media Nunzio Samuele Calamucci, consulente informatico e investigatore privato in affari con l’ex poliziotto Gallo, “lascia intendere di aver intercettato, o essere riuscito a utilizzare abusivamente o a clonare, per il tramite di un gruppo denominato “Campo Volo”, un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato“. “Mi raccomando stampatela da una stampante non riconducibile”, dice l’intercettato. “Noi l’abbiamo spedita a venti persone, più tre mail, una mail intestata a Mattarella con nome e cognome che se vanno a vedere l’account è intestato al presidente della Repubblica e non vorrei che gli rompano le scatole… Lo vedono che è diverso“.

I coinvolti

Nella rete di hacker per lo spionaggio industriale sarebbero finiti anche le più alte cariche dello Stato: sarebbe stato clonato un indirizzo email assegnato al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e tra i personaggi politici finiti nel mirino c’è anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e uno dei suoi figli, Geronimo e Matteo Renzi. “Non ho niente da nascondere, cosa hanno da spiare?” ha commentato il presidente del Senato che si dice “disgustato dal fatto che ancora una volta i miei figli, Geronimo e Leonardo, debbano pagare la ‘colpa’ di chiamarsi La Russa se risulterà confermato che anche loro sono stati spiati“.

Tra le persone che si sarebbero rivolte alla società Equalize c’è anche Carla Romana Raineri, presidente della prima sezione civile della corte d’Appello di Milano e componente del consiglio di Presidenza della Giustizia Tributaria.

Tra le vittime dei dossieraggi ci sono il top manager Paolo Scaroni, l’eurodeputata di Forza Italia Letizia Moratti, il cantante Alex Britti, Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cassa depositi e prestiti ed ex presidente di Fiera Milano, i giornalisti Guido Rivolta, Giovanni Pons e Gianni Dragoni, la pr Giuliana Paoletti e Ginevra Csillaghy Fürstenberg, pronipote di Gianni Agnelli.

Le dichiarazioni

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha dichiarato: “La cosa più importante sarebbe sapere però se esiste un filo rosso che lega, magari nell’inconsapevolezza degli attori minori, tutte queste, e molte altre, raccolte informative, intrusioni illegittime, inseguimenti, pedinamenti, filmati, fotografie, registrazioni, non autorizzate e non giustificate da nulla di legale e a tutela dell’interesse pubblico”. “Le dimensioni ormai raggiunte dai fenomeni che stanno emergendo, che per me non sono che la punta dell’iceberg di un malcostume diffusissimo, debbano portare anche il Parlamento ad una riflessione su come vada affrontato, normato ed indagato questo tema, che può gravemente minare la convivenza democratica, influenzandone uno svolgimento corretto. In molti, troppi, ne hanno goduto, in questi anni“, ha aggiunto.

Il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani ha detto: “Quando noi parliamo di un impegno forte sulla sicurezza, riguarda la sicurezza nelle nostre strade ma anche la sicurezza dei nostri dati riservati. Utilizzare dati che non dovrebbero essere diffusi diventa un reato, poi vengono utilizzati per battaglie interne, per battaglie politiche. Questa storia dei dossier è inaccettabile, noi lo diciamo da tempo. Anche l’uso delle intercettazioni è una vergogna finalizzato alla pubblicazione“, ha aggiunto.

Il ministro dell’Interno Piantedosi fa sapere con una nota: “Sta operando al Viminale una commissione di specialisti già in precedenza istituita dal ministro anche per definire eventuali ulteriori misure e procedure a protezione delle strutture informatiche interforze“.

Il ministro della giustizia Nordio ha affermato: “Credo che non siamo al sicuro e non saremo al sicuro fino a quando la legge e la tecnologia a nostra disposizione non sarà riuscita ad allinearsi con quella della criminalità. In linea generale, tecnologia avanza rispetto alle leggi, in tutti i settori, a partire dalla bioetica, quando si è capito che il confine tra vita e morte non erano compatibili con leggi vigenti. I malintenzionati sono sempre più avanti degli stessi Stati, hanno hackerato anche il Cremlino, servono sforzi per allineare normativa vigente ma anche lavorando di fantasia, prevedendo cosa possono fare senza doverli inseguire“.

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