Nel corso della Conferenza delle Regioni, che si è svolta a Roma, è stato approvato il disegno di legge Calderoli sull’autonomia differenziata. Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto, ha spiegato che il ddl Calderoli è passato “a larghissima maggioranza, finalmente si da corso al dettato costituzionale che prevede l’autonomia. Non è la secessione dei ricchi, ma la volontà di dare modernità ed efficienza a questo Paese“.
Anche Attilio Fontana, il presidente della Lombardia, si è detto soddisfatto: “Sono molto contento. C’è stata un’ampia discussione e la conferenza delle Regioni ha approvato il progetto di legge Calderoli. Finalmente il percorso dell’autonomia è partito“. Hanno votato contro il disegno di legge le regioni Emilia Romagna, Campania, Toscana e Puglia.
Il Presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, in riferimento al voto contrario sul ddl Autonomia di Campania, Puglia, Emilia Romagna e Toscana ha sottolineato come: “Alcune regioni si sono differenziate dalla maggioranza, mi auguro che con il prosieguo del processo che vedrà l’attuazione dell’autonomia differenziata si possa trovare una ricomposizione con le regioni che oggi hanno espresso parere contrario“. Favorevole anche il Presidente della Regione Molise, Donato Toma, cha ha affermato: “Il percorso per l’autonomia differenziata è stato avviato, noi riteniamo che non si possa interrompere, anzi specialmente noi regioni del Sud dobbiamo essere partecipi a questo percorso perché dobbiamo controllare che si calcolino prima i Lep, i costi standard sui fabbisogni. Ed è arrivato il momento perché si ragioni anche sulla perequazione“.
Autonomia, Emiliano: “Chiesto il ritiro del disegno di legge Calderoli”
Tra i più contrari al disegno di legge Calderoli c’è il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano: “Chiediamo il ritiro del disegno di legge Calderoli. Abbiamo l’impressione della continua accelerazione su un processo del quale non si conosce l’esito. Si rischia di avere a breve un Paese nel quale un’impresa, un cittadino muovendosi sul territorio nazionale rischia di avere come interlocutore, per alcune materie importantissime, a volte lo Stato e a volte la regione. Si rischia di stritolare tutti i comuni italiani sotto il peso di regioni che diventeranno onnipotenti“.