Autonomia differenziata, Mattarella ha promulgato la legge. Quali saranno i prossimi passi?

Erano stati previsti tempi non brevi per l’esame del testo sull’autonomia differenziata da parte del presidente della Repubblica, invece la firma è arrivata dopo soltanto sei giorni dall’approvazione definitiva da parte del Parlamento

Sergio Mattarella ha promulgato la legge recante “disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione“. Il provvedimento consente al ministro Calderoli di avviare le trattative con Veneto e Regioni per la devoluzione delle materie richieste. Zaia esulta: “Una data storica“, “se il 19 giugno è passato alla storia per essere la data dell’approvazione dell’Autonomia, il 26 giugno è sicuramente una data storica nel quale il presidente Mattarella ha promulgato la legge dell’Autonomia”, commenta il governatore del Veneto. Adesso attenderemo la pubblicazione in gazzetta ufficiale per poi chiedere di ripartire con le trattative rispetto alle materie previste dalla costituzione“, ha aggiunto.

La lega: “settimane di bugie e di strumentalizzazioni”

Erano stati previsti tempi non brevi per l’esame del testo sull’autonomia differenziata da parte del presidente della Repubblica, invece la firma è arrivata dopo soltanto sei giorni dall’approvazione definitiva da parte del Parlamento. Il deputato della Lega Alberto Stefani, relatore dell’Autonomia alla Camera e presidente della bicamerale per l’Attuazione del federalismo fiscale commenta: Il Presidente Mattarella, dopo solo una settimana dall’approvazione dell’Aula, ha promulgato la legge sull’Autonomia differenziata. Sono così smentite, in un solo atto, settimane di bugie e di strumentalizzazioni”. Nei giorni scorsi M5s aveva chiesto al capo dello Stato di non promulgare la legge.

È stato definito un “provvimento complesso“ e per questo si pensava che i tempi d’esame durassero di più. Il Colle aveva fatto sapere che il presidente avrebbe dedicato “lo stesso scrupolo e la stessa attenzione che ha per ogni provvedimento”. “L’equilibrio territoriale è un fattore cruciale di equilibrio sociale. Questo divario frena lo sviluppo nazionale nel suo insieme“, aveva detto Mattarella lo scorso 12 giugno.

Zaia
Zaia | ANSA/ Francesco Dalla Pozza – Newsby.it

Il leader della Lega, Matteo Salvini dopo la firma del presidente ha scritto su X: “Avanti con l’Autonomia, una grande opportunità di crescita e sviluppo per l’Italia intera, da Nord a Sud“.

Il provvedimento

Il testo definisce in 11 articoli le procedure legislative e amministrative per gestire le intese tra lo Stato e quelle Regioni che chiedono l’autonomia differenziata nelle 23 materie indicate nel provvedimento. Le richieste di autonomia devono partire su iniziativa delle stesse Regioni che chiariranno ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. “Si stabilisce che l’atto di iniziativa sia preso dalla Regione interessata, sentiti gli enti locali, secondo le modalità previste nell’ambito della propria autonomia statutaria. L’iniziativa di ciascuna Regione può riguardare la richiesta di autonomia in una o più materie o ambiti di materie e le relative funzioni. Segue il negoziato tra il governo e la Regione per la definizione di uno schema di intesa preliminare”, si legge nel testo.

Lo scopo è di “rimuovere discriminazioni e disparità di accesso ai servizi essenziali sul territorio“. Uno dei punti fondamentali della riforma è quello di ridurre le materie di competenza esclusiva dello stato. Il livello di autonomia che ciascuna regione potrà chiedere in determinati ambiti sarà poi definito nei passaggi successivi dell’iter del provvedimento e dei suoi decreti attuativi. Il ddl – anche noto come ddl Calderoli – è una legge puramente procedurale per attuare la riforma del Titolo V della Costituzione messa in campo nel 2001. Gli 11 articoli del testo definiscono le procedure legislative e amministrative per l’applicazione del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione e le relative modalità procedurali di approvazione delle intese tra lo Stato ed una Regione.

Luigi Ciotti, fondatore di Libera, aveva detto durante la quinta giornata di Trame, Il Festival dei libri sulle mafie: “Non si può affrontare lo scandalo delle disuguaglianze e della povertà del nostro Paese con un milione di persone in povertà assoluta e dieci milioni in povertà relativa, promuovendo strategie differenziate”. “L’autonomia non può essere differenziata perché la libertà è un bene comune. Noi abbiamo un testo costituzionale che è nato per unire, non per differenziare. La verità è che nella testa di qualcuno c’è forse ancora il sogno della secessione, un qualcosa che noi non possiamo permettere. Sono necessarie politiche sociali che creino le condizioni per garantire il diritto di avere una casa, alla salute e offrire una visione di futuro per i giovani che vanno via e che rendono onore a questa terra in giro per il mondo. Non lasciamoli cadere in quel paradigma tecnocratico, come lo chiama Papa Francesco, dove l’unico obiettivo è il profitto”. E ancora: “Ci sono momenti in cui tacere diventa una colpa e parlare, invece, un obbligo sociale e una responsabilità civile. La peste mafiosa, quella corruttiva e dell’omertà si possono sconfiggere. Evitiamo di diventare professionisti della lamentela e di perderci nella cappa dell’indifferenza” ha concluso don Ciotti.

Il Procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di un’Italia unita e più forte. Sarebbe necessario, per esempio, nazionalizzare la sanità. Io non capisco niente, sono un pubblico ministero di campagna, ma da quello che sento in giro mi pare che proprio la sanità sia un settore in cui siamo messi male, visto che la Calabria, per esempio, é ridotta a fare venire i medici da Cuba”.

Referendum per contrastare la legge

C’è chi pensa di contrastare la riforma grazie ai referendum con la raccolta di 500mila firme. Le regioni governate dal centrosinistra, cioè Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Campania e Puglia si sono dichiarato pronte a prendere questa iniziativa. Il provvedimento è stato definito “spacca l’Italia”, dai partiti che avevano annunciato settimane fa una battaglia totale contro l’autonomia differenziata. Pd, M5S, Avs, Più Europa, ma anche Italia Viva e Azione si erano riuniti per urlare “basta divisioni”.

Matteo Renzi aveva detto: “Raccoglieremo le firme contro questa riforma che non serve al Nord e fa male al Sud”. “Anche Italia Viva raccoglierà le firme contro la riforma dell’autonomia differenziata insieme a quelli che vorranno starci. Questa riforma non serve al nord e fa male al sud. Abbiamo votato contro in Aula, saremo conseguenti sul referendum“, ha continuato.

Riccardo Magi aveva chiesto alle opposizioni di mettersi “subito al lavoro per costruire l’ipotesi referendaria. Il governo renda accessibile finalmente la piattaforma per la raccolta delle firme digitali, come previsto dalla legge da oltre due anni“. Carlo Calenda: “Azione è pronta a unirsi alla battaglia referendaria”. Con una avvertenza: “Va considerato il quorum necessario ed allo stesso tempo evitare di fare regali alla maggioranza“.

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