La transizione verso l’elettrico mette in crisi l’industria dell’automobile europea, sotto pressione tra concorrenza cinese e calo delle vendite
Il settore automotive in Europa sta attraversando una crisi profonda, alimentata dalle difficoltà della transizione verso l’elettrico, che sta favorendo la concorrenza di Tesla e delle case automobilistiche cinesi. Nonostante i tentativi dell’Unione Europea di arginare la penetrazione dei veicoli cinesi attraverso l’imposizione di dazi, i brand europei faticano a tenere il passo con l’avanzata dei concorrenti globali.
Automobile: la transizione ecologia porta il calo delle vendite
Nelle ultime settimane, diversi grandi nomi dell’automotive europeo, tra cui BMW, Volkswagen e Stellantis, hanno rivisto al ribasso le stime per il 2024, segnalando un quadro di incertezza per l’intero comparto. La crisi è il risultato di una combinazione di fattori, tra cui l’aumento dei costi legati alla transizione verso l’elettrico, la crescente competizione da parte dei marchi cinesi e il cambiamento delle abitudini dei consumatori, che ha portato a un minore utilizzo delle automobili.
Uno degli effetti più preoccupanti di questa situazione è il calo delle vendite, che mette a rischio l’occupazione nel settore. L’industria automobilistica europea è infatti un pilastro dell’economia del Vecchio Continente, contribuendo con circa 460 miliardi di euro al Prodotto Interno Lordo e impiegando circa 4 milioni di lavoratori. Tuttavia, con l’aggravarsi della crisi, ci sono segnali di riduzione dell’occupazione, specialmente nei principali paesi produttori come Germania e Belgio. In Germania, si discute della possibile chiusura di uno stabilimento Volkswagen, un fatto senza precedenti nei quasi 90 anni di storia del colosso tedesco. Anche in Belgio, il futuro di uno stabilimento Audi è in discussione, con possibili tagli di personale che potrebbero coinvolgere tra 15.000 e 30.000 lavoratori.
La scorsa settimana, Volkswagen ha abbassato le previsioni sulle consegne, sui ricavi e sul risultato operativo, citando un “contesto di mercato difficile” e sviluppi inferiori alle aspettative. Allo stesso modo, Stellantis ha rivisto le sue stime per il 2024, a causa delle difficoltà incontrate in Nord America e della crescente competizione globale, specialmente da parte dei brand cinesi. Il gruppo prevede ora un margine operativo per l’intero anno tra il 5,5% e il 7%, in calo rispetto alle previsioni precedenti, attribuendo circa due terzi della riduzione ai problemi di performance in Nord America.
Il mercato finanziario ha reagito duramente a queste revisioni. Il titolo Stellantis ha perso il 14,72% a Piazza Affari, segnando il peggior risultato degli ultimi due anni, trascinando al ribasso l’intero comparto automobilistico, con Renault che ha registrato una perdita del 5,52%.
Anche il segmento dell’automobile di lusso non è immune alla crisi. Aston Martin ha subito una pesante battuta d’arresto alla Borsa di Londra, perdendo il 25% dopo aver annunciato che non raggiungerà un free cash flow positivo nel primo semestre del 2024. Il produttore britannico ha inoltre tagliato il suo obiettivo di volumi all’ingrosso per il prossimo anno di circa 1.000 veicoli, a causa delle difficoltà di mercato. Anche Mercedes-Benz ha subito un colpo (-3,2% in Borsa) e ha rivisto al ribasso il suo obiettivo di redditività annuale, citando un ambiente economico sfavorevole, soprattutto in Cina.
Per BMW, la crisi si è manifestata in modo diverso: l’azienda ha dovuto richiamare 1,5 milioni di veicoli a causa di un sistema frenante difettoso, con conseguenti ritardi nelle consegne. Questo problema tecnico ha costretto il gruppo a rivedere i suoi obiettivi annuali, con una prevista diminuzione delle consegne per il 2024 rispetto all’anno precedente, il che avrà un impatto negativo sulla redditività dell’azienda.
La transizione verso l’elettrico sta mettendo sotto pressione l’industria dell’automobile europea, che si trova a dover affrontare cambiamenti strutturali senza precedenti. La concorrenza dei produttori cinesi, i costi della transizione e la riduzione della domanda stanno creando un mix esplosivo che minaccia di compromettere l’intero settore. Le grandi case automobilistiche europee devono trovare rapidamente soluzioni per adattarsi a questo nuovo scenario competitivo, pena l’ulteriore perdita di quote di mercato e, soprattutto, posti di lavoro.