La viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, è intervenuta ai microfoni dell’Agi a seguito del via libera al ddl Anziani. La riforma, che attua la ‘missione 5, componente 2, riforma 2’ del Pnrr, ha come obiettivo quello di assicurare il diritto di ‘continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio’, e di semplificare e integrare ‘le procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente’. “La nostra è una riforma strutturale delle politiche della terza età. Sono molto soddisfatta del risultato ottenuto in 150 giorni: abbiamo lavorato con molti ministeri, collaborato con le realtà del terzo settore e con le categorie professionali. L’unità trovata in Parlamento, senza nemmeno un voto contrario, premia il lavoro serio e puntuale che abbiamo svolto”, ha dichiarato Bellucci.
Cosa prevede il testo
La riforma prevede diverse misure, volte non solo a favorire l’inclusione sociale, ma anche l’invecchiamento attivo. “È prioritario introdurre un nuovo welfare. L’Italia è la prima in Ue e la seconda nel mondo, dopo il Giappone, per numero di anziani”, ha continuato la viceministro. Proprio per via della situazione nazionale, è perciò necessario sviluppare una rete di protezione domiciliare, poiché “la casa è il luogo di cura e di assistenza, laddove possibile, ma nel nostro Paese siamo ancora molto indietro”. Se si guardano i dati dei ricoveri ospedalieri degli anziani, emerge che un milione e trecentomila di questi, su cinque milioni, sono impropri. Questo perché molti anziani non c’è altra scelta. “Vanno al pronto soccorso perché non hanno alternative. Per questo nel disegno di legge immaginiamo un welfare di prossimità”, ha insistito Bellucci. E i numeri, per l’appunto, parlano chiaro: secondo Italia Longeva, l’Associazione nazionale per l’invecchiamento e la longevità attiva, a beneficiare dell’assistenza domiciliare sono solamente 3 over65 su 100, pari al 2,7%. Facendo un paragone con i dati europei, la sfida è enorme: qui i dati oscillano dal 7 al 20%.
Le dichiarazioni
“Avere cura degli anziani significa avere cura di tutti noi e del futuro di ognuno“, e il Patto evidenzia “una specifica governance nazionale delle politiche in favore della popolazione anziana” che si occuperà di coordinare gli interventi, ha rimarcato Bellucci. Tra i provvedimenti futuri, si punta a migliorare gli strumenti di sostegno economico, che si incroceranno con i progetti di rigenerazione urbana, e a prevenire la fragilità mettendo in campo delle azioni a favore dei caregiver familiari. “Non abbiamo puntato su bonus o spot, ma su una riforma strutturale che abbia cura dei nostri anziani“, ha concluso Bellucci.