La Camera dei deputati ha approvato definitivamente il disegno di legge che introduce la tutela dell’ambiente e della biodiversità nella Costituzione. Si trattava della quarta e ultima lettura. Il testo era già stato approvato due volte dal Senato e una dalla Camera. Con le quattro letture necessarie per modificare la Costituzione adesso la legge è definitivamente approvata senza bisogno di passare per un referendum popolare. Il testo del disegno di legge è stato infatti approvato con 468 voti a favore, uno contrario e sei astenuti. Tutti di Fratelli d’Italia.
Le modifiche alla Costituzione riguardo all’ambiente e alla biodiversità
Il disegno di legge prevede la modifica della Costituzione agli articoli 9 e 41. Nel primo si precisa che “la Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica” e che inoltre “tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. L’articolo 41 invece dice che l’iniziativa economica è libera ma “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. A questi vengono aggiunti anche “alla salute, all’ambiente”. Il testo approvato era la sintesi di altre proposte precedenti fatte da Liberi e Uguali, Partito Democratico, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e +Europa. Lo scorso anno, quando la commissione Affari costituzionali aveva presentato il testo unificato, la Lega aveva presentato 250mila emendamenti.
Cosa cambierà in concreto?
Le reazioni politico-sociali al provvedimento vedono, in teoria, consensi unanimi. Tuttavia la vera ‘sfida’ sul futuro dell’ambiente partirà da oggi. Il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, parla in maniera entusiasta di una “giornata epocale”. Aggiungendo che è “giusto che la tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi diventi un valore fondante della nostra Repubblica. È un passaggio imprescindibile per un Paese come l’Italia che sta affrontando la propria transizione ecologica. Per le azioni che facciamo oggi e per le conseguenze che ci saranno in futuro sulle prossime generazioni. Questa conquista è fondamentale e ci permette di avere regole ben definite per proteggere il nostro pianeta”.
È noto, però, come Cingolani abbia subìto delle forti critiche da parte del mondo ambientalista rispetto alle sue recenti posizioni su carbone e nucleare. Greenpeace chiede ora “fatti concreti. Una vera transizione ecologica, la tutela della biodiversità (la protezione di almeno il 30% del territorio, mare compreso) e una migliore qualità dell’ambiente in cui viviamo”. Una sintesi eloquente dello scontro politico in atto sul futuro del Pianeta la fornisce in maniera abbastanza eloquente il deputato ex M5s e ora esponente di Alternativa Giovanni Vianello. “Il Parlamento vota favorevolmente una riforma costituzionale sull’ambiente. Mentre il Governo continua a produrre norme contro l’ambiente. Un’operazione di greenwashing che dimostra l’ipocrisia del governo Draghi e della maggioranza e, soprattutto, quanto sia inadatto Cingolani a ricoprire il ruolo di ministro della Transizione Ecologica”. Diciamo, quindi, che una soluzione finale in merito è ancora molto lontana.